giovedì 15 dicembre 2011

La Grecia, l'Italia e il Fmi

Il 10% della popolazione greca (di tutta la popolazione eh, non solo quelli in età da lavoro) è disoccupata e l'FMI sta imponendo al governo greco di farne fuori altri...
Questo è inumano e senza senso.
Oggi Il ministro Passera ha detto che siamo in recessione, crescita stimata da Confindustria nel 2012 - 1.6%.
L'attuale manovra salva Italia si è molto impantanata nelle paludi parlamentari e temo che con quanto scritto due righe sopra si prospetti una seconda manovra recessiva entro febbraio.
Temo che entro giugno questo odioso FMI - un ente finanziario sovranazionale - ci verrà a imporre licenziamenti coatti di lavoratori statali.

Bisogna reagire e resistere. 

Non si è mai visto nella storia che i destini di milioni di persone debbano essere decisi da enti finanziari o tre agenzie di rating.
L'Italia per uscirne intera deve trovare i coraggio di negoziare un default parziale rivedendo con i creditori non residenti tempi e quantità del debito.

Guido Alessando Gozzi

mercoledì 14 dicembre 2011

La manovra SalvaItalia


I Corsari di Torino, LibertàEguale, Alleanza dei Democratici e Associazione Aglietta
vi invitano a:

"La manovra SalvaItalia"

Nell'ambito della serie di seminari organizzati dal Patto d'Azione, verrà presentata la sintesi delle principali misure della manovra.
Relatore: Giancarlo Rolfo - responsabile Area Finanziaria CNA Torino
Sarà presente la senatrice Magda Negri che ci aiuterà a comprendere l'iter parlamentare della manovra.

Lunedì 19 dicembre 2011 · 19.00 - 21.00

Circolo I PD Torino
Via Mazzini 44, Torino



lunedì 12 dicembre 2011

11/12/11. Tornando da Bologna

Cosa abbiamo messo in moto e cosa dobbiamo ancora fare? Pessimisti della ragione o ottimisti della volontà? Il bicchiere, insomma, è mezzo pieno o è mezzo vuoto?

Le riflessioni autorevoli che ho avuto il piacere di ascoltare a Bologna, in una bella domenica referendaria e ulivista di dicembre, mi frullano nella testa e si congiungono alla riflessione che, con altri amici, stiamo svolgendo in questi mesi a Torino.

La presenza a Bologna di chi, nonostante tutto, continua testardamente a perseguire un progetto, l’Ulivo, non come qualcosa che è, ma come qualcosa che dovrà ancora essere, rende ancora più forte e valorosa la battaglia referendaria e il conseguente risveglio della democrazia.

Democrazia che, senza l’avventura intrapresa nei mesi scorsi da Arturo Parisi e da tutti i comitati sparsi in Italia, – consentitemi anche senza i Corsari torinesi – sarebbe oggi relegata ad accessorio utile, ma non necessario, per la salvezza dei conti pubblici del nostro paese.

La sconfitta della politica è sotto gli occhi di tutti, esattamente come lo è la vittoria della tecnica.

Il governo Monti rappresenta la necessità, il referendum elettorale la possibilità.

Possibilità per l’Italia di ricostituire attraverso forme di democrazia partecipativa, le più dirette possibili, il rapporto rotto tra le istituzioni e i cittadini.

Possibilità di costruire il partito democratico che volevamo, senza pensare che al suo interno non possano coesistere (anche se possiamo concederci di non condividerle) soluzioni divergenti ai problemi del Paese.

Possibilità di scegliere, controllare ed interloquire con i nostri rappresentanti, legandoli ad un rapporto con il territorio stabile e non occasionale.

Possibilità di andare persino oltre al Mattarellum nella definizione di un sistema di regole che preveda primarie pubbliche per ogni livello e maggioritario compiuto e definitivo.

Il referendum ha già contribuito a mandare a casa Berlusconi, molto più di quanto i partiti, che non hanno partecipato alla raccolta delle firme, vogliano ammettere. Il referendum rappresenta la migliore assicurazione sulla vita che si possa immaginare per il governo Monti.

Il referendum rappresenta un nuovo inizio.

Il referendum è quindi anche identificativo di un NOI. Un nuovo noi che, certo, ha radici solide nell’esperienza prodiano-ulivista, nell’asinello testardo, nel centrosinistratuttoattaccato, nella Canzone Popolare mai dimenticata, ma che oggi necessita di parole e lessico nuovo. Di una narrazione di quello che siamo. Di una soggettività che assuma contorni nitidi cui contribuisce, solo in parte, il Partito democratico di Bersani.

Un NOI, e parlo a molti degli amici con cui a Torino sto condividendo il percorso del Patto d’Azione, che non può essere solo collegato a scelte in campo economico, come non può essere solo etico, ma che deve necessariamente essere un noi sentimentale e pedagogico. Insomma un NOI politico.

Chi arriva dall’esperienza dei Comitati dell’Ulivo, chi non ha mai sostenuto il centro sinistra staccato non lavorerà mai per l’esclusione di qualcuno, anche se quest’ultimo fosse molto distante da lui. Se siamo maggioritari abbiamo bisogno di rappresentare la moltitudine, non i pochi.

E abbiamo bisogno comunque che in parlamento ogni voce abbia ascolto. In una geometria elettorale compiutamente maggioritaria, il “partito” del centrosinistra ha quindi bisogno di rappresentare in parlamento anche le posizioni più radicali dello schieramento che rappresenta. Radicali alla sua sinistra, certo, per usare categorie della modernità parlamentare che oggi sicuramente risultano ancora meno esaustive di ieri, ma anche radicali alla sua destra.

Ecco perché la battaglia all’interno di un partito che ho votato e che rivoterei non potrà mai essere la nostra unica battaglia. Ci è molto più congeniale la lotta, sicuramente molto più difficile e meno codificata e codificabile, di chi vuole essere il trattino, di chi vuole unire e non dividere, di chi vuole tenere assieme i pezzi. Un trattino che in futuro dovrà scomparire, ma che oggi è il nostro NOI.

Essere referendario oggi vuol dire essere il collante. Essere Corsaro significa esserci fino a quando la Repubblica non avrà più bisogno di noi. Rompere e rottamare se serve ma sempre per costruire. Costruire i Comitati per il Sì. Fin da subito. Oggi. Convinti che la Corte Costituzionale comprenderà quale servizio alla democrazia hanno reso oltre un milione e mezzo di persone che, da sole, contro gran parte dei partiti, hanno chiesto di ritornare a scegliere.

Davide Ricca

Bologna: riunione democratico-referendaria - liveblogging

Davide Ricca
palla al centro ... E buon natale :-)
18 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"referendum-europa-soggetto politico"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"dobbiamo allargare"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"andremo oltre il 15 gennaio ... Siamo pronti ad un Progetto a ridefinirlo e ad ampliarlo"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"il referendum aiuta il governo Monti"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"per adesso siamo alla domanda contro ... Non per"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"nella battaglia delle parole abbiamo vinto noi"
"ma sono solo vittorie apparenti"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"siamo per la democrazia diretta ogni volta ce ne sia l'occasione"
"noi siamo in campo, non dobbiamo scegliere se lo siamo"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"chi siamo? Non siamo Pd"
"non siamo solo PD"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Parisi: ...Il fallimento della politica è anche il nostro fallimento
...Il centrosinistra non può solo pensare alla destrutturazione del campo avverso
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Zanda, Recchia e ora conclusioni Parisi
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
intervenuto ...Credo di essere andato benino (modestino)
20 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
La Forgia: ...superare il discredito della politica attraverso il referendum
20 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
diversi interventi chiedono organizzazione ...
21 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Albertina Soliani ... "siamo di fronte ad una rivoluzione positiva ... Occasione per noi e per la politica"
21 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Barbi: non sono un montientusiasta, se chi crede nel bipolarismo ha perso, cioè noi ... prendiamone atto
22 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
ripresa dopo pranzo
22 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Santagata: " tecnico o non tecnico serve qualcuno che dica che la cassa non si fa su accise e pensioni,
senza bipolarismo non ci sarà idea alternativa di Paese"
Ieri alle ore 14.00 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
interventi dal pubblico... Mio personale pensiero: "ma la politica non è solo forma né tantomeno solo analisi"
Ieri alle ore 13.35 tramite cellulare

Davide Ricca
il 15 gennaio è data chiave
Ieri alle ore 13.30 tramite cellulare

Davide Ricca
"il bipolarismo rischia di essere un futuro impossibile"
Ieri alle ore 13.22 tramite cellulare

Davide Ricca
"i partiti nel governo Monti svolgono una funzione sindacale"
"siamo di fronte ad una scomposizione consensuale dei partiti" ....
"attenti al taglio delle ali" ...
"si rischia il governo del 36% cioè si rischia il neo-centrismo"
Ieri alle ore 13.18 tramite cellulare

Davide Ricca
"ulivo come progetto e non come realtà è davanti a noi e non alle nostre spalle ... oggi è in crisi, come la categoria della politica"
"se non riconosciamo che il governo Monti è frutto e non causa della sconfitta della politica ... non andiamo avanti"
"pieno sostegno al governo senza dimenticare la premessa"
"siamo per la democrazia competitiva e siamo in un passaggio fortemente presidenziale"
Ieri alle ore 13.04 tramite cellulare

Davide Ricca
ragazzi per dare dei numeri valiamo 50000 firme su 350000 democratiche ... fate voi
Ieri alle ore 12.46 tramite cellulare

Davide Ricca
Parisi: oggi al timone C'è un buon timoniere
"nell'immediato gli scogli evitati, ma siamo ancora nella tempesta"
"se noi non avessimo messo il piede nella porta della riforma della legge elettorale... la porta oggi sarebbe chiusa"
Ieri alle ore 12.43 tramite cellulare

Davide Ricca
introduce La Forgia
Ieri alle ore 12.30 tramite cellulare

Davide Ricca
Bologna: riunione democratico-referendaria - liveblogging
Ieri alle ore 12.28 tramite cellulare

mercoledì 7 dicembre 2011

Confronti politici

Dal blog di Magda Negri che ringraziamo molto:

"Negli scorsi giorni ho partecipato a diversi incontri in cui ho potuto assistere e prendere parte a confronti molto interessanti.

Venerdì scorso si è tenuta la conferenza provinciale delle donne PD: molta continuità organizzativa e di pensiero tra le donne del PD che hanno voglia di rimettere al centro la condizione femminile anche come leva per lo sviluppo del paese. Unico appunto: a parer mio fanno riferimento a moduli culturali un po' datati.

Gli appassionati di riforma elettorale, i referendari e bipolaristi hanno finito per discutre di più di Monti e di crisi economica durante il confronto organizzato il 2 dicembre da I Corsari di Torino e LibertàEguale su Legge elettorale e primarie. Solo Ceccanti ha tenuto duro, proponendo l'argomentazione secondo la quale l'accoglimento del referendum introduce un'opportunità politica che potrebbe portare ad una nuova legge elettorale.

Bellissima la mozione finale del congresso della Fondazione Adelaide Aglietta, tenutasi il 4 dicembre, dove le proposte di Monti sembrano apprezzatissime data l'ispirazione liberale e molto aperta dell'associazione. Il mio intervento sul rapporto tra radicali e PD - dove invocavo chiarezza - ha fatto molto discutere. Qualche mio amico si è anche arrabbiato ma io ritengo che il rapporto tra le due forze politiche debba essere pieno, intenso, leale, non strumentale e che non ci si possa dire bipolaristi per poi sperare che la legge elettorale non cambi e fare un listino apparentato al PD. Preferisco i radicali nel PD."

Magda Negri

lunedì 5 dicembre 2011

Adesione al Patto d'Azione di Alleanza per Torino

Il Direttivo di Alleanza Democratica ha approvato l'adesione al patto in 5 punti con le Associazioni Adelaide Aglietta, Corsari e LibertàEguale, delegando al presidente e al segretario gli approfondimenti necessari con gli altri dirigenti delle 3 associazioni sui singoli temi e sulle modalità di approccio e gestione.

domenica 4 dicembre 2011

Patto d' Azione Riformista

Oggi al Congresso dell'Associazione Aglietta numerosissimi interventi si sono soffermati sul Patto d'Azione Riformista siglato tra i Corsari di Torino, LibertàEguale e Alleanza dei Democratici. Ringraziamo Nathalie Pisano (segretaria dell'Associazione), Salvatore Grizzanti (Tesoriere), Gigi Brossa (LibertàEguale), Pino De Michele (Alleanza dei Democratici) e Igor Boni per i loro interventi. Da oggi si apre una fase di allargamento dei Corsari ad un rapporto sempre più intenso con le realtà riformiste della nostra città e di pungolo e stimolo al Partito Democratico torinese cui ci sentiamo legati da forte amicizia. Non dimentichiamo infatti che, mentre Bersani stava alla finestra, la segretaria Bragantini ci consentiva già alla fine di agosto di raccogliere le firme contro il porcellum in testa alla festa democratica.

Ascolta i contributi del congresso

sabato 3 dicembre 2011

Trasparenza e qualità nelle nomine pubbliche

Proposta di iniziativa popolare di deliberazione del Consiglio comunale di Torino

I Corsari di Torino aderiscono alla raccolta firme promossa dai radicali e dall’associazione “Idee per Torino” sulla "Trasparenza e qualità nelle nomine pubbliche"; qui di seguito viene riportata la proposta di delibera.

RELAZIONE
       Esiste, accanto agli enti territoriali elettivi, un vasto insieme di enti di varia natura e scopo che agiscono in ambiti di pubblico interesse : aziende e società, istituzioni e fondazioni, organizzazioni di genere diverso. In questi enti il comune interviene esprimendo uno o più, o tutti, i componenti degli organi direttivi o di controllo.
     Questi enti, che fra l’altro in molti casi operano svincolati dalle norme che regolano gli enti elettivi, devono, nel mondo d’oggi, esporsi e rispondere a due esigenze di buon funzionamento:
  • riconoscere, nel momento della scelta degli amministratori, il primato del merito e della competenza rispetto al pur rilevante elemento di rappresentatività e di indirizzo politico. Si tratta non solo di equità verso le persone, ma del miglior funzionamento e successo dell’organizzazione.
  • Aprirsi alla conoscenza e alla discussione della società civile e della cittadinanza attiva quanto alla propria attività, e nello specifico alla qualità delle persone investite di responsabilità.
L’interazione di questi due aspetti può avviare un circolo virtuoso con ricadute sia sulla capacità di individuazione di obiettivi e di raggiungimento di risultati da parte dell’ente, sia sulla crescita e vitalità di prassi partecipate e di una nuova consapevolezza comunitaria e democratica.

La scelta delle persone da nominare in questi enti spetta al sindaco, che segue indirizzi generali dettati dal consiglio comunale. Indirizzi e procedure vigenti appaiono però datati, e vanno arricchiti inserendo quattro momenti che precedono il formale decreto di nomina.
  1. definizione della qualità ricercata - Per ciascuna posizione da ricoprire viene stilato un profilo delle funzioni da svolgere e connessi requisiti, esperienze e capacità che si ricercano; altri elementi da tener presenti nel caso concreto, quali indicazioni sul contesto nel quale interviene la nomina e sui risultati attesi dall’incarico. Il tutto da inserire nel relativo bando.
  2. preselezione degli aspiranti - Un comitato ad hoc, nominato dal sindaco e che a lui riferisce, esamina le dichiarazioni di disponibilità e i documenti allegati e, valutando le candidature sotto il profilo strettamente tecnico-professionale, evidenzierà quelle che integrano in misura idonea i requisiti richiesti, che elencherà in ordine alfabetico o altro che non implichi graduatoria di merito.
  3. pubblicazione degli idonei - La rosa così formata viene resa di pubblica ragione, insieme con i curriculum e atti inerenti pervenuti, in particolare mediante pubblicazione in evidenza nel sito del comune. Vengono indicati anche i nomi dei componenti il comitato di preselezione.
  4. discussione pubblica - Questa fase può concretizzarsi in vari modi . audizione aperta in sede istituzionale, manifestazione pubblica con eventuale partecipazione degli aspiranti, contributi scritti di singoli cittadini, o con altre modalità. La discussione si conclude tre giorni prima della scadenza del termine per la nomina senza formali conclusioni né votazioni; i verbali, documenti, e memorie che ne risultano vengono riportati al sindaco.
        Fatto questo, il sindaco procede alla nomina, valutando a suo giudizio i risultati della discussione, che non costituiscono per lui alcun vincolo.

Criteri analoghi, più snelli, valgono per le nomine spettanti al consiglio comunale.


IL  CONSIGLIO  COMUNALE
PREMESSO che il T.U.E.L. 18 agosto 2000, n. 267, all’art. 10 “Diritto di accesso e di informazione”, comma 1, detta “Tutti gli atti dell’amministrazione sono pubblici, ad eccezione di quelli riservati per espressa indicazione…” e che nello stesso art. 10, comma 2, vengono individuate indicazioni per garantire tale diritto di accesso e di informazione, demandando comunque ad apposito regolamento.
CONSIDERATO che lo Statuto del Comune di Torino, all’art. 20, c. 1, dispone che “il Comune di Torino riconosce, garantisce e promuove il diritto del cittadino ad essere informato in modo completo ed obiettivo sull’attività degli organi e degli uffici, nonché su ogni altro aspetto afferente l’Amministrazione, quale necessario presupposto per la realizzazione della piena trasparenza amministrativa e per l’eliminazione di ogni ostacolo, formale e di fatto, alla partecipazione ed organizzazione politica, economica e sociale della città”.
Che l’art. 14 dello Statuto  e 7 segg. Del Regolamento comunale n. 297 dettano norme in tema di proposte di deliberazione di iniziativa comunale CONSIDERATA la volontà crescente da parte dei cittadini di ricevere un’informazione dettagliata sulle attività deliberative e di gestione dell’Amministrazione comunale; di veder confermato nella prassi la distinzione dei ruoli di indirizzo e controllo da quelli gestionali; ed altresì la distinzione fra potere esecutivo e potere normativo, in ragione della distinta legittimazione popolare; 
D E L I B E R A
1. Ai sensi dell’art. 42 comma 2 lettera m del T.U.E.L 18/8/2000 n° 267 è adottato il seguente
ATTO DI INDIRIZZO SULLE NOMINE PRESSO ENTI
     DEFINIZIONE E PUBBLICITA’ DEI POSTI - Annualmente, a mezzo stampa e in evidenza nel sito internet (“sito”) del Comune, verrà pubblicato l'elenco di tutte le nomine da effettuare nell'anno seguente.
      Per ciascuna posizione da ricoprire verrà stilato un profilo delle funzioni da svolgere e connessi requisiti, esperienze, e capacità che si ricercano; potranno essere precisate anche indicazioni sul contesto nel quale interviene la nomina e sui risultati attesi dall’incarico.
    A tempo opportuno per ciascuna posizione verrà pubblicato un bando, da pubblicizzare come sopra detto, indicante l’ente cui si riferisce, i posti da ricoprire, la durata delle cariche, i requisiti inderogabili richiesti, i compensi previsti, le eventuali cause di incompatibilità e di ineleggibilità, i termini per la presentazione delle candidature, che cadranno di regola l’ultimo giorno del mese. Il bando conterrà inoltre la descrizione delle esperienze e capacità che si ricercano ed elementi connessi, che verrà seguita come indirizzo di massima.
     PRESENTAZIONE E PRESELEZIONE DELLE DOMANDE - Gli interessati potranno presentare al Sindaco una dichiarazione di disponibilità alla nomina unitamente all'indicazione dell'ente al quale si riferisce, accompagnata da un curriculum redatto secondo un modello predisposto dal Comune e dalla eventuale proposta di enti, associazioni ed organismi. Tutti i curriculum pervenuti saranno pubblicati sul sito del Comune.
     Le nomine dovranno seguire due differenti procedure in relazione alla natura ed all'importanza dell'Ente per il quale occorre procedere alla nomina, una normale e una semplificata, meglio definite nel Regolamento del consiglio comunale.
     In entrambi i casi tutte le domande e la documentazione allegata saranno sottoposte ad una commissione di preselezione nominata dal sindaco. i nomi dei componenti la commissione di preselezione e il loro curriculum saranno pubblicati sul sito del Comune. La commissione, valutando le candidature sotto il profilo strettamente tecnico-professionale, evidenzierà quelle che integrano in misura idonea i requisiti richiesti, e le elencherà in ordine alfabetico o altro che non implichi graduatoria di merito.
     PUBBLICAZIONE E DISCUSSIONE - Nella procedura normale la rosa definita dalla preselezione, con la documentazione inerente, verrà depositata agli effetti previsti dal Regolamento, e allo stesso tempo pubblicata in evidenza sul sito del comune.
     Sulla base di tali informazioni, secondo quanto stabilito dal regolamento, potrà essere prevista una audizione aperta presso il consiglio comunale. La discussione si svolge con contributi personali non rappresentativi di terzi; si conclude tre giorni prima della scadenza del termine per la nomina senza formali conclusioni né votazioni; i verbali, e documenti, che ne risultano vengono riportati al sindaco.
     Nella procedura semplificata il sindaco deposita per ciascuna posizione da coprire il solo nominativo della persona che intende nominare.
     In entrambi i casi, tutti hanno facoltà di depositare memorie scritte sull’argomento.
     REQUISITI GENERALI - I rappresentanti del Comune nei vari Enti dovranno possedere comprovata competenza tecnica, giuridica o amministrativa adeguata alle caratteristiche specifiche dell'attività che dovrà essere svolta. Essi dovranno essere scelti considerando a tal fine, ed in relazione agli obiettivi del Comune e degli enti, i requisiti emergenti dall'iscrizione in albi professionali, dagli incarichi accademici ed in istituzioni di ricerca, dall'esperienza amministrativa o di direzione di strutture pubbliche e private, dall'impegno sociale e civile.
     I nominati non dovranno trovarsi in situazione di  incompatibilità di interessi rispetto all'ente nel quale rappresenteranno il Comune. L'insorgenza successiva alla nomina, di una siffatta situazione determinerà la revoca dell'incarico.
     A garanzia delle pari opportunità il sindaco, nel decretare o designare ciascuna nuova nomina, avrà cura che ciascun genere sia rappresentato da almeno un terzo dei nominati, computato fra tutti i rappresentanti del comune in quel momento in carica.
     REQUISITI SPECIFICI - Negli organi amministrativi delle aziende municipalizzate e/o aziende speciali o delle società che gestiscono servizi di rilevante interesse per il Comune, il Sindaco dovrà garantire una pluralità di competenze afferenti: la materia oggetto dell'attività specifica dell'azienda; l'organizzazione aziendale; la materia economico-finanziaria.
    Per gli enti ed istituzioni di cultura dovrà essere rispettato il pluralismo degli orientamenti culturali. Per quelli di tali enti che comportino significativi impegni sul bilancio comunale dovrà inoltre essere assicurata la presenza della opportuna competenza economico-finanziaria.
     Per gli enti per i quali la Città abbia come obbiettivo la dismissione delle partecipazioni o lo scioglimento, la scelta dovrà cadere su persone che offrano garanzie di idonea esperienza e capacità nel perseguire lo specifico obiettivo dell'Amministrazione ed il suo interesse economico.
     Per i collegi sindacali o dei revisori, occorrerà l'iscrizione ad un albo ufficiale di Revisori Legali.
    REVOCA - Il Sindaco potrà procedere alla revoca dei rappresentanti della Città, per motivate gravi ragioni, informandone contestualmente i Capi Gruppo.
     Il rinvio a giudizio per reati di natura dolosa (con esclusione dei reati di opinione) di un rappresentante presso qualsiasi tipo di Ente, controllato o meno, costituisce motivo di revoca.
     PUBBLICAZIONE - Notizia di tutte le nomine decretate, delle revoche e delle eventuali dimissioni verranno pubblicate nel sito del Comune.

2. Gli articoli 82 e 83 del Regolamento del consiglio comunale sono sostituiti dai seguenti.

Articolo 82 - Nomina, designazione e revoca da parte del Sindaco dei rappresentanti del Comune.
1. Il Sindaco nomina, designa e revoca i rappresentanti del Comune sulla base delle disposizioni statutarie e regolamentari, e degli gli indirizzi deliberati dal Consiglio Comunale a norma di legge.
 
2. Le nomine da effettuare nelle aziende speciali, istituzioni, società di capitali e consortili, istituti di credito e loro enti di controllo o fondazioni, università, Politecnico, Teatro Stabile, musei, istituzioni culturali a rilevanza internazionale, fondazioni culturali, devono avvenire nel rispetto delle procedure di cui al comma successivo. Il Consiglio Comunale, con la deliberazione d'indirizzo di cui al comma 1, può stabilire l'applicazione della stessa procedura alle nomine in altri enti o l’estensione della procedura semplificata di cui al comma 4 a taluno degli enti indicati al presente comma.

3. Il Sindaco nomina una commissione di preselezione, composta da personalità di comprovata capacità e indipendenza , che ha il compito di valutare le candidature pervenute e stilare l’elenco dei candidati che hanno i requisiti minimi necessari. Almeno quindici giorni prima di procedere alla nomina, il Sindaco deposita l’elenco dei candidati idonei proposto dalla detta commissione di preselezione, insieme con la dichiarazione di disponibilità, il curriculum, e altri atti inerenti, dei soggetti ivi indicati; di tutti gli atti dispone allo stesso tempo la pubblicazione in evidenza nel sito del comune, e la comunicazione al Presidente del Consiglio Comunale ed ai capigruppo. Qualora il Presidente lo decida o due capigruppo o otto consiglieri comunali lo richiedano entro i cinque giorni successivi alla comunicazione, la Conferenza dei capigruppo, integrata dalla commissione consiliare competente per materia, procede all'audizione pubblica dei candidati indicati dal Sindaco. Il verbale sintetico, o la registrazione delle eventuali audizioni ed ogni eventuale memoria scritta sulle candidature, devono essere rimessi al Sindaco almeno 48 ore prima della scadenza del termine per la nomina.

4. Per le nomine da effettuare in altri enti, il Sindaco deposita almeno cinque giorni prima della nomina il curriculum dei soggetti che intende nominare, dandone informazione scritta al Presidente del Consiglio Comunale ed ai capigruppo consiliari, e disponendone la pubblicazione in evidenza nel sito del Comune.

5. Quando il Sindaco procede ad una revoca, ne informa allo stesso tempo il Presidente del Consiglio Comunale e i capigruppo. Il provvedimento di revoca è pubblicato sul sito del Comune.

6. Quando un rappresentante della Città rassegna le dimissioni, ne viene data immediata informazione al Presidente del Consiglio Comunale e ai capigruppo. Le dimissioni sono pubblicate sul sito del Comune.

Articolo 83 - Nomine di competenza del Consiglio Comunale.
1. Il Consiglio Comunale delibera le nomine attribuite dalla legge alla sua competenza

2. Allo scopo di rispettare i criteri di trasparenza e pubblicità, previsti dallo Statuto, le nomine di competenza del Consiglio Comunale sono precedute da apposito bando, pubblicato in evidenza nel sito del Comune e su almeno un quotidiano di rilevante diffusione regionale, nel quale sono evidenziati i posti da ricoprire, la durata delle cariche, i requisiti richiesti, le eventuali cause di incompatibilità e di ineleggibilità, i termini per la presentazione delle candidature.

3. Entro i termini stabiliti ogni consigliere comunale può proporre un candidato alla nomina. La proposta da lui sottoscritta, corredata dalla dichiarazione di disponibilità e dal curriculum del candidato, contenente i dati e le dichiarazioni previste dallo Statuto e da altre deliberazioni del Consiglio Comunale, in base ad un modulo approvato dalla Conferenza dei Capigruppo.

4. L’elenco delle candidature presentate, corredato dei curriculum e di ogni altro atto inerente, è pubblicato in evidenza nel sito del comune. Qualora il presidente lo decida, o un capogruppo o quattro consiglieri comunali lo richiedano entro i cinque giorni successivi alla pubblicazione, la conferenza dei capigruppo integrata dalla commissione consiliare competente procede all’audizione pubblica di tutti i candidati. L’audizione non dà luogo ad alcun voto. Il verbale sintetico o la registrazione delle eventuali audizioni sono depositati a corredo della delibera di nomina all’atto della convocazione del consiglio comunale a tal fine; viene depositata anche ogni eventuale memoria iscritta inerente l’argomento.

5. La votazione avviene con le modalità stabilite dal successivo articolo 126, comma 4.

6. Qualora l'ordinamento stabilisca il numero minimo di eletti espressi dalla minoranza consiliare, la votazione avviene con le modalità stabilite dal successivo articolo 126, comma 4, lettera b).

7. Il Consiglio Comunale, per motivate ragioni, può deliberare, con votazione segreta, la revoca di rappresentanti del Comune la cui nomina è di sua competenza. La proposta di deliberazione di revoca è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei componenti il Consiglio.

8. In caso di dimissioni o revoca di un nominato, che costituisca il numero minimo di rappresentanti garantito dalla legge alla minoranza, sono sottoposti al voto unicamente candidati proposti da consiglieri di minoranza.

venerdì 2 dicembre 2011

Referendum, legge elettorale e primarie

Il Comitato Referendario Piemontese esprime grandissima soddisfazione per la validazione da parte della Cassazione delle firme raccolte e depositate contro il porcellum e per il ritorno al mattarellum. Un grande risultato anche in termini di precisione del lavoro fatto. Infatti solo il 7% delle firme raccolte è risultato non valido ai fini del conteggio complessivo.

Non significa solo che abbiamo lavorato bene, ricordando che Torino è stata, dopo Roma, la prima città per numero di firme raccolte, ma anche che i sottoscrittori del referendum, oltre 1.200.000 a livello nazionale, sapevano benissimo per cosa firmavano.

Le dichiarazioni di ieri di Berlusconi e di Casini che pongono in secondo piano la riforma della legge elettorale, confermano la scelta referendaria. Confidiamo ora sulla Corte Costituzionale per l’ammissione di legittimità dei due quesiti.

La notizia ci pare ancora più gradita nel giorno in cui I Corsari di Torino e LibertàEguale organizzano un dibattito proprio su primarie e legge elettorale presso la Libreria Coop in Piazza Castello a Torino alle 18, confrontandosi con due dei massimi esperti a livello nazionale di sistemi elettorali come Stefano Ceccanti e Antonio La Forgia, e con due esponenti politici locali: Davide Gariglio del PD e Igor Boni dei Radicali.

Per il comitato: Davide Ricca, Diego Castagno, Pino De Michele

giovedì 1 dicembre 2011

Il nodo della cittadinanza

Ecco come funziona in Italia e nel resto d'Europa

Cinquanta proposte parlamentari alle quali si è aggiunta ieri (22 nov, ndr) l'iniziativa del senatore democratico Ignazio Marino che ha presentato un disegno di legge per assegnare la cittadinanza a ogni nato in Italia indipendentemente da quella dei genitori. Dopo l'appello del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si riaccendono dunque i riflettori sul nodo della cittadinanza italiana agli stranieri e ai minori figli di migranti nati nel nostro Paese e il Sole24ore.com ha lanciato un sondaggio. Ma cosa prevede attualmente la legge italiana?

Come funziona in Italia: lo ius sanguinis
La cittadinanza è oggi regolata dal cosiddetto "ius sanguinis" (diritto di sangue), fissato dalla legge 91 del 1992. In sostanza è cittadino italiano chi nasce da genitori italiani o chi è nato nel territorio italiano se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono. È considerato inoltre cittadino italiano per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio italiano, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Le eccezioni: lo ius soli
La stessa legge 91 stabilisce però delle eccezioni, ossia la possibilità di acquisire la cittadinanza anche attraverso il cosiddetto "ius soli" (diritto di territorio). Per quanto riguarda la residenza, infatti, la cittadinanza può essere concessa allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni sul territorio italiano; allo straniero, il cui padre, madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado, sono stati cittadini per nascita o che nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risiede legalmente da almeno tre anni; allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio italiano da almeno cinque anni successivamente all'adozione; allo straniero che ha prestato servizio anche all'estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato italiano; al cittadino di uno Stato Ue se risiede legalmente da almeno quattro anni nel territorio italiano; all'apolide o al rifugiato che risiede legalmente da almeno cinque anni.

I casi di acquisizione "per matrimonio"

La cittadinanza italiana può essere concessa anche "per matrimonio" in presenza di alcuni requisiti: il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può infatti acquistare la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni in Italia. Se i coniugi risiedono all'estero, la domanda può essere presentata dopo tre anni dalla data del matrimonio. I termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.

E nel resto d'Europa?
Fuori dai confini nazionali, vigono regole diverse. Attualmente la maggio parte dei paesi europei adotta lo "ius sanguinis" anche se con norme meno rigide rispetto a quelle adottate in Italia, con la sola eccezione della Francia, dove la cittadinanza è disciplinata dallo "ius soli". Danimarca, Grecia e Austria, hanno sistemi simili al nostro e non è semplice acquisire la cittadinanza per chi è nato nel Paese da genitori stranieri. In Francia, come detto, esiste addirittura il doppio "ius soli": in sostanza è più semplice ottenere la cittadinanza per lo straniero nato sul territorio nazionale da stranieri a loro volta nati in Francia. In Germania il modello prevalente è quello dello "ius sanguinis", ma i tempi sono diversi rispetto a quelli italiani: è sufficiente infatti che uno dei due genitori di un minore straniero nato in Germania viva legalmente nel Paese e risieda lì da almeno 8 anni per concedere al figlio il diritto alla cittadinanza tedesca. Stesso discorso anche per Irlanda, Belgio, Portogallo e Spagna: vale anche qui il "diritto di sangue", ma le norme sono più morbide rispetto a quanto accade da noi.

a cura di Celestina Dominelli - 23 novembre 2011
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giovedì 24 novembre 2011

E’ una questione di fiducia

La fiducia è misurabile? E’ su questa domanda cruciale che oggi tutto il mondo, e l’Europa in particolare, si sta interrogando e su cui sta formando, ed è meglio che lo faccia velocemente, le proprie scelte per uscire dalla crisi. Crisi che appunto è una crisi di fiducia. Ma di quale fiducia? O meglio fiducia in cosa?

Categoria dello spirito? Categoria umana? Categoria della fede? I mercati non hanno fiducia nell’Europa? O non hanno fiducia nell’Italia o nella Grecia?

Ma visto che ieri è andata deserta anche l’asta dei titoli di stato tedeschi, forse nessuno ha più fiducia. È l’economia, come la politica, come i mercati, come tutti noi – basta pensare alle file denunciate dai patronati CGIL per andare alla svelta in pensione – ad adeguarsi al mordi e fuggi, al tutto e subito, al piccolo cabotaggio.

Vedete questa è la differenza tra i Corsari e i Pirati. Ai primi non interessa il bottino, interessa che il loro Paese vinca. Quando abbiamo visto che il nostro Paese e i partiti regolari non ce la facevano con i riti normali della sua classe dirigente, ancora prima di Monti e del suo governo di “emergenza nazionale” abbiamo capito che era necessaria un’iniezione di fiducia e ci siamo messi a fare “la guerra di corsa”, quella irregolare, al servizio della nostra comunità.

Sì perché oggi è indispensabile avere fiducia. Come il lavoratore che crede ancora nella sua professionalità e nella propria azienda e come l’imprenditore che crede ancora nei propri lavoratori e nella sua intrapresa. Le grandi vittorie si sono costruite sulla fiducia, le grandi sconfitte sull’inedia e sulle furbizie. Prodi ha avuto fiducia nel nostro Paese, il centrosinistra non ha avuto fiducia in Prodi e ha provato a scalzarlo. Ma gli Italiani presto dimostrarono, e D’Alema si dovette dimettere da primo ministro, che la furbizia perdeva sulla fiducia.

Gli esempi sono molti. Bearzot ebbe fiducia nei suoi uomini e non cambiò la formazione e dopo i tre pareggi stiracchiati ed il passaggio turno a Spagna ’82 per differenza reti, vinse il mondiale.

Se si ha fiducia e soprattutto se chi dirige nelle forme più diverse questo Paese e, lasciatecelo dire, anche l’Europa che è la nostra culla, dimostra di avere fiducia, allora ogni sfida è possibile. Chi pensava di poter raccogliere unmilioneducentomilafirme per il referendum contro il porcellum? Eravamo quattro gatti spennacchiati, ma abbiamo avuto fiducia.

Allora la risposta alla domanda la fiducia è misurabile? La risposta è sì. Ma va misurata prima e non dopo. Va misurata nell’intenzione di fare non solo nel “future” del fare, come capita per i titoli finanziari. Compriamo titoli a 20 anni, petrolio che sarà prodotto tra 20 anni, oro a 20 anni, ma quanto siamo disposti a investire sulla fiducia che le persone hanno verso i loro obiettivi?

La crisi non è una crisi semplicemente “finanziaria”, dove “finanza” è sinonimo di Male e delle cose più turpi che possiamo immaginare. La crisi è “finanziaria” nel senso che la finanza, quindi i denari, non vengono più investiti nel “venture”, nell’“idea”, nelle “capacità”, ma vengono tenuti fermi e spostati in contenitori non solo più virtuali (si narra, infatti, di cassette di sicurezza introvabili in Svizzera perché tutte esaurite).

L’indebitamento non è un male assoluto; se Torino non si fosse indebitata, oggi non avrebbe chance di farcela, se l’imprenditore non si fosse indebitato, la sua azienda non ci sarebbe, se molti genitori non si fossero indebitati, molti giovani non avrebbero potuto studiare.

Non siamo idealisti, anche se giocoforza dobbiamo semplificare. Ma se diciamo che la fiducia va misurata nella forza propulsiva della persona che ha fiducia, nella forza della sua scommessa, delle sue idee, nella sua biografia, diciamo, come Arturo Parisi rivolgendosi a Renzi a Firenze, che saper dire “io” significa dare valore oggettivo e misurabile al progetto.

La fiducia ha quindi due misure diverse. Da un lato quella – per tradurre dall’inglese – nel “futuro rendimento” che oggi viene valutata tantissimo dalla speculazione e da chi “ha paura” invece di avere coraggio. Dall’altro quella nella “ventura”, nel “rischio programmato” che oggi viene applicata sempre di meno, ma che ha condotto in Italia e nel resto del mondo alle grandi vittorie e dei capitani coraggiosi e dei popoli coraggiosi.

Citando Barba Spinelli, oggi su Repubblica riferita all’attendismo tedesco, “ci sono momenti nella storia in cui il peccato di omissione e di inerzia e più grave del peccato attivo, aggressivo. Proprio questo momento stiamo vivendo”.

Davide Ricca

martedì 22 novembre 2011

Nasce a Torino il "Patto d'azione", per Torino, per l'Italia e per l'Europa

Mercoledì 23 novembre, alle ore 12:00, presso la sede dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta in via Botero 11/f, si terrà la conferenza stampa di presentazione del "Patto d’azione", un vero e proprio patto per le riforme, sottoscritto dalle seguenti associazioni: i Corsari, l'Associazione Radicale Adelaide Aglietta, LibertàEguale e Alleanza dei Democratici (che riunirà a breve il direttivo per discutere l’adesione).

L’esperienza del governo Monti - Napolitano ci vede uniti e concordi nel suo sostegno. Questa esperienza mette una pezza sull’incapacità del “Parlamento dei nominati dal porcellum" di elaborare proposte e alleanze in grado di durare per l’intera legislatura e di riformare e modernizzare un paese che non cresce e in cui si riesce solo a insultarsi e delegittimarsi a vicenda, mai a competere laddove opportuno, mai a collaborare laddove necessario.
In questo periodo di concordia imposta vogliamo tuttavia promuovere iniziative volte a caratterizzare il dibattito e la proposta riformatrice nel centrosinistra. Questi i temi che proporremo per le agende politiche del Comune, della Regione e dell'intero Paese:
1) legge elettorale maggioritaria - uninominale e trasparenza della politica;
2) liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro;
3) estensione dei diritti civili e promozione dei diritti di cittadinanza dei cittadini immigrati;
4) Stati uniti d' Europa come unione politica federale e non solo unione monetaria;
5) Costituzione della città metropolitana per la riduzione dei costi del sottopotere politico e l'efficienza dei servizi.

Durante la conferenza stampa presenteremo le iniziative che abbiamo già preparato, a partire dal seminario sulla legge elettorale che terremo il 2 dicembre prossimo, e annunceremo l'adesione alla raccolta firme sulla delibera di iniziativa popolare per la trasparenza e la qualità delle nomine rivolta al Comune di Torino, alla Provincia di Torino e alla Regione Piemonte.

Interverranno: Diego Castagno (i Corsari); Igor Boni (Associazione radicale Adelaide Aglietta); Luigi Brossa (LibertàEguale); Pino De Michele (Alleanza dei Democratici).

Un libro per discutere: Legge elettorale e primarie

I Corsari di Torino e LibertàEguale
vi invitano a :

"Un libro per discutere: Legge elettorale e primarie"

Stefano Ceccanti, Igor Boni, Davide Gariglio e Antonio La Forgia ci parleranno della nuova legge elettorale di cui avrà bisogno il nostro paese prima di tornare alle urne e di primarie come strumento per migliorare i processi democratici nei partiti.

Venerdì 2 dicembre 2011 · 18.00 - 21.00

Libreria Coop
Piazza Castello 113, Torino



sabato 19 novembre 2011

Pagina Facebook dei Corsari

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I Corsari di Torino

Proposta di legge di iniziativa popolare sulle primarie

Abrogazione della legge n. 270/2005, ripristino delle norme da essa abrogate del T.U. di cui al DPR 30 marzo 1957, n. 361 e del T.U. di cui al d.lgs 20 dicembre 1993, n. 533 e delega al Governo per la disciplina della selezione delle candidature di collegio mediante votazioni primarie.


Articolo 1

1. La legge 21 dicembre 2005, n. 270, e gli articoli 1 e 2 del decreto-legge 8 marzo 2006, n. 75, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2006, n. 121, sono abrogati.

2. Fatte salve le disposizioni relative alle elezioni dei deputati e dei senatori nella circoscrizione Estero di cui alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge riacquistano efficacia le disposizioni del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, nonché del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della legge 21 dicembre 2005, n. 270.


Articolo 2 (votazioni primarie per la selezione delle candidature di collegio)

1. Il governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo che fissi le norme necessarie a prevedere ed a disciplinare, in ciascun collegio uninominale, lo svolgimento di votazioni primarie per la selezione delle candidature sottoposte al voto degli elettori del collegio.

2. Il governo deve attenersi ai seguenti principi e criteri direttivi:
  1. definire le modalità con le quali ciascun partito o gruppo politico organizzato, abilitato a presentare condidature e liste di candidati a norma delle leggi 4 agosto 1993 n.276 e n.277, possa dichiarare al ministero dell’Interno la decisione di avvalersi di votazioni primarie per la selezione delle proprie candidature, indicando anche per quali collegi intende avvalersi di tale metodo;
  2. definire le modalità e termini entro i quali i partecipanti alle primarie devono presentare la propria candidatura;
  3. stabilire che ciascun elettore possa partecipare alle votazioni primarie esclusivamente nel collegio nel quale esercita il suo diritto di voto per le elezioni politiche;
  4. prevedere che le votazioni primarie si svolgono nel medesimo giorno e che ciascun elettore possa votare per non più di una candidatura;
  5. stabilire che, per ciascuna votazione primaria, il candidato che raccoglie il maggior numero di voti é per ciò stesso il candidato di collegio del partito o del gruppo politico organizzato che ha chiesto la indizione delle votazioni primarie in quel collegio;
  6. prevedere che i seggi siano costituiti secondo le stesse modalità previste per le elezioni politiche e che in ogni seggio siano adottate modalità di voto che ne assicurino la segretezza;
  7. prevedere che in ciascun collegio sia istituita una Commissione elettorale competente a dichiarare i risultati di tutte le primarie svoltesi nel collegio;
  8. stabilire che il numero dei seggi per lo svolgimento delle votazioni primarie sia pari a 1/4 del numero di quelli previsti per le elezioni politiche rispettando una distrbuzione omogenea sul territorio. Il numero dei seggi può essere ridotto a 1/5 nei collegi in cui un solo partito o gruppo organizzato abbia chiesto di affidare ad una votazione primaria la scelta della propria candidatura;
  9. provvedere alla costituzione di un fondo per il rimborso ai comuni delle spese sostenute per l'organizzazione delle votazioni primarie finanziato riducendo di un pari importo il fondo previsto per il rimborso ai partiti delle spese elettorali.

venerdì 18 novembre 2011

L’inizio di un percorso

I Corsari sono forze irregolari a servizio della Repubblica. Questo li differenzia dai Pirati con cui condividono a volte modi rozzi e assalti improvvisi. Mentre i secondi cercano il bottino individuale, i primi amano il loro Paese, rispettano le forze regolari del loro campo - i partiti del centrosinistra - ma dentro e fuori di loro agiscono per il bene collettivo.
Innanzitutto le regole. La bandiera è stata esposta per rimarcare la storica vittoria nella raccolta di firme per il referendum abrogativo del porcellum. Mai nessuna proposta di referendum in soli due mesi aveva raccolto 1.200.000 firme. Proprio le truppe irregolari vogliono che l’Italia sia una Repubblica moderna. La loro storia non inizia il giorno del raggiungimento delle firme, ma attraversa almeno 20 anni di fatica per fare dell’Italia un Paese bipolare che riporti i cittadini al centro delle scelte. I corsari vogliono sì cambiare la porcata elettorale, ma vogliono molto di più. Vogliono rilanciare la stagione delle riforme istituzionali. Sono per il bipolarismo, per il maggioritario, per primarie pubbliche e aperte. Sono contrari al finanziamento pubblico dei partiti.

Nel centrosinistratuttoattaccato. I Corsari hanno fatto una scelta chiara e netta. Lavorano per una coalizione a tempo indeterminato e se un giorno tutta la coalizione potrà definirsi Partito Democratico gran parte del loro motivo d’essere potrebbe svanire. I corsari sono stati Democratici prima del PD. Agiscono dentro e fuori tale partito. Sono un soggetto politico e se la pluralità è a loro congenita, l’unità d’azione è la loro forza.

Nel merito sono per il merito. In ogni campo: nel lavoro, nella politica, nell’impegno civile. Hanno poco timor reverenziale, il loro linguaggio è moderno e diretto. Non amano le liturgie. Non cercano un leader ma apprezzano coloro che hanno il coraggio di dire “io” e di confrontarsi a viso aperto per il governo del Paese. Privatizzazioni, abolizione degli ordini professionali e del valore legale del titolo di studio, valorizzazione delle eccellenze da qualunque campo provengano. Non dividono per classi, ma dividono tra chi vuole cambiare e salvare il Paese e chi lo vuole conservare in uno stato di soporoso ricordo dei bei tempi andati.

I corsari amano l’Europa. Amano ciò che è stata e amano ciò che sarà. Un’Europa che abbia poteri veri e capacità di decisione. Amano il contributo che in passato ha dato a questo progetto Romano Prodi e pensano che si debba andare oltre l’attuale assetto dell’Unione arrivando verso una Federazione di Stati che abbia una politica estera che le consenta di affrontare i problemi tutelando i suoi interessi, un esercito che possa contribuire ad attuare tale politica, un sistema sanitario e previdenziale integrati, una polizia federale che si occupi della criminalità organizzata internazionale, un sistema di infrastrutture condiviso ed efficiente. Tutti obiettivi che solo l'unione politica può garantire in tempi ragionevoli.

I corsari di Torino sono di Torino. Amano avventurarsi con il loro vascello nelle strade e nelle piazze del loro territorio. Amano i borghi e la bellezza che nasce dal confronto e dal dialogo con chi cammina per quelle strade. Pensano che fare politica come truppe irregolari significhi andare al confronto anche aspro e duro. Hanno iniziato a raccogliere le firme per il referendum e hanno realizzato il “miracolo delle 50.000 firme a Torino”, ora lo fanno per le primarie pubbliche e per l’abolizione del finanziamento ai partiti, ma continueranno nelle piazze meno famose a parlare e ad ascoltare. Creando degli angoli di discussione permanenti laddove spesso la politica non si ricorda di andare.

I Corsari di Torino

giovedì 13 ottobre 2011

Le primarie di collegio per fermare l'antipolitica

Siamo militanti, amministratori e dirigenti del PD sui territori. Crediamo che coinvolgere gli elettori in "grandi primarie" di coalizione (pubbliche e non private) per scegliere i propri rappresentanti in parlamento e il candidato premier sia la strada giusta da percorrere.
Più un milione e duecentomila persone in Italia (tra cui più di 70mila piemontesi) hanno chiesto che venga cambiata la legge elettorale. Il segnale è chiaro: i cittadini vogliono poter scegliere. Ma allo stesso tempo i partiti, in primis il nostro, devono tornare ad essere interlocutori credibili e punti di riferimento per gli elettori. Solo cosi si fermerà l'ondata antipolitica che porta ad assimilare l’amministrazione alla casta.
Ci è stato fatto capire chiaramente che se sono sempre e solo i"maggiorenti" dei partiti a decidere, il nostro consenso certo non aumenterà.
Siamo ora al passo successivo, ovvero a una proposta: abbiamo iniziato a raccogliere le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per le “primarie di collegio" e chiediamo, così come è stato per l'abrogazione del "porcellum", il sostegno del PD e del segretario Bragantini in tutti i territori.
Siamo certi che il Partito voglia tornare ad essere il ponte tra i cittadini e le istituzioni e altrettanto lo siamo delle intenzioni del nostro Segretario di essere ancora una volta avanguardia in questa battaglia: una vera e democratica riforma della classe politica, che parta dai militanti e dai cittadini.

Malvina Brandajs
Paola Parmentola
Simona Vlaic
Filomena Pucci
Diego Castagno
Davide Ricca
Guido Alessandro Gozzi
Marta Levi
Paolo Montagna

giovedì 6 ottobre 2011

Grandi Primarie

In merito all'ordine del giorno in discussione alla Direzione Regionale del PD piemontese odierna ci poniamo il dubbio che i maggiorenti del Partito non abbiano ancora compreso il significato e la portata della raccolta di firme per il referendum per l’abolizione del porcellum.
Oltre un milione e duecentomila persone in tutta Italia, e tra queste più di 70.000 mila piemontesi, hanno chiesto che venga cambiata la legge elettorale e che si torni ai collegi uninominali.
Crediamo che approvare un ordine del giorno di emergenza, avvolgendo di nuovo la discussione solo all’interno del partito senza capire cosa c’è fuori dalle mura del palazzo, per chiedere delle “piccole primarie” per scegliere gli eletti (perché questo vorrebbe dire, non scegliere i propri candidati) invece di chiedere delle “grandi primarie” di coalizione, pubbliche e non private, per non scegliere solo i candidati nei collegi ma anche il candidato premier, sia se non un errore, comunque, un passo indietro.
Ci auguriamo che il partito non scelga una posizione di risulta e di auto-protezione. Siamo pronti insieme al PD e a tutti coloro che hanno a cuore il bene del nostro Paese a raccogliere le firme a sostegno della “Proposta di legge di iniziativa popolare per abrogare il 'Porcellum' e per le Primarie di collegio”.

Diego Castagno
Gigi Brossa (LibertàEguale)
Mario Barbi
Marta Levi (LED)
Pino De Michele (Alleanza dei Democratici)
Paolo Montagna (LED)
Salvatore Buglio
Mauro Chianale
Roberto Tricarico
Paola Parmentola
Malvina Brandajs
Simona Vlaic
Filo Pucci
Nico De Leonardis
Guido Alessandro Gozzi
Davide Ricca

domenica 2 ottobre 2011

E non finisce qui. Peggio dei Corsari

Così Corrado commentava la sua Corrida così noi commentiamo il nostro miracolo. Siamo la città in cui sono state raccolte più firme, dopo Roma, siamo partiti, ma il nostro viaggio non è ancora finito. Ora inizia la parte più difficile. Il Mattarellum da solo non ci soddisfa. Se si torna ad una legge elettorale che prevede i collegi automaticamente non si torna ad una selezione partecipata e democratica dei candidati, dei candidati della coalizione.

Quello che vogliamo è una legge finalizzata a fare ciò che il referendum non può fare: introdurre la possibilità di fare ricorso a votazioni primarie gestite e garantite pubblicamente esattamente come tutte le elezioni politiche e amministrative. E vogliamo che gli inevitabili costi delle votazioni primarie provengano dall'attuale fondo per il rimborso ai partiti delle spese elettorali.

Ecco perché da domani ci impegneremo in 10 tra le piazze meno “in vista” di Torino a raccogliere le firme a sostegno della “Proposta di legge di iniziativa popolare per abrogare il “Porcellum” e per le Primarie di collegio” presentata in Cassazione da Arturo Parisi.

E proprio perché siamo dei “manovali della politica” e perché in questo “mese referendario” ci siamo accorti di quanti amici di origine straniera, non ancora elettori, avrebbero voluto firmare per il referendum, ma non hanno potuto farlo, ci impegneremo, contemporaneamente, a raccogliere le firme per le due proposte di legge di iniziativa popolare promosse dalla campagna "L'Italia Sono Anch'Io", per riportare al centro dell’attenzione il tema della cittadinanza, muovendoci nella convinzione che il tratto fondamentale della democrazia è, infatti, il suo carattere “inclusivo”.

Ecco perché andremo nelle Piazze meno conosciute, ma non per questo meno vissute, ecco perché vogliamo che le persone possano scegliere i loro candidati e non solo votarli, ecco perché vogliamo che questo possa farlo chiunque abbia scelto di essere italiano, ecco perché lo facciamo nel 150° dell'Unità del nostro Paese. Ecco perché non smettiamo.

Chiediamo a tutte le associazioni, L.E.D., Alleanza dei Democratici, LibertàEguale, Progetto Democratico, a tutte le persone che hanno lavorato insieme a noi e a tutte le organizzazioni e a coloro che vorranno aggiungersi, di essere al nostro fianco. Ci diamo un altro mese di passione, per incontrare e parlare con la gente nelle strade e nelle piazze.

Noi con curiosità ed interesse e con l'esperienza di questi due mesi andremo all'iniziativa di Firenze di fine mese, convinti che oggi è tempo di ricostruire e non più di rottamare e che non possano essere solo gli amministratori a farlo, ma anche chi nel confronto con la realtà quotidiana trova ancora le energie per chiedere rinnovamento. Come chi il 30 settembre ha issato la bandiera corsara in P.zza SS. Apostoli.

Davide Ricca
Diego Castagno
Pino De Michele
Simona Vlaic
Filo Pucci
Malvina Brandajs
Paola Parmentola
Cosimo Bellavita
Guido Alessandro Gozzi
Rocco De Bonis
Nico De Leonardis
Alessandro Iorio
Luciana Piavento
Claudio Miele
Marco Antonaci
Anna Maria Romano
Carmine Vella

domenica 18 settembre 2011

Parisi a Torino



Politica e movida: la raccolta firme per il referendum

Ultimi giorni per la raccolta delle firme per il referendum "Ri-eleggiamo il Parlamento". Arturo Parisi, ideatore del quesito referendario, ha incontrato i cittadini, accompagnato da Diego Castagno ex vice presidente della circoscrizione 8 di San Salvario, a Torino.


Guarda il video completo

sabato 10 settembre 2011

Ora i Porcellum Days

Domani si ultimerà la prima fase di raccolta delle firme per il referendum per l’abrogazione del “Porcellum Elettorale” di Calderoli. Grazie al lavoro dei volontari del coordinamento organizzativo abbiamo ad oggi superato le 6.500 firme e si sono attivati banchetti nei principali comuni della Regione e della provincia di Torino.
Il coordinamento piemontese annuncia i “Porcellum Days” che si terranno venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 prossimi in tutto il territorio regionale in concomitanza con la presenza del leader del movimento referendario Arturo Parisi, all’interno dei quali organizzeremo in due dei principali luoghi della movida torinese, San Salvario e Quadrilatero Romano “la notte bianca del porco” nella notte di venerdì con assaggi di porchetta e banchetti per la raccolta delle firme.
Fino ad allora, a partire da martedì prossimo, dalle 17 del pomeriggio in avanti il coordinamento garantirà la presenza di un banchetto per la raccolta delle firme in Via Garibaldi angolo Via Milano.
Chiediamo al Partito Democratico, ringraziandolo ancora per l’ospitalità dataci alla festa di Parco Ruffini, presso la quale si può firmare a partire dalle 15 ancora oggi e domani, di mobilitarsi insieme a noi per organizzare, in quei giorni, in ogni circoscrizione di Torino e in ogni comune della provincia di Torino dove è presente, banchetti per la raccolta delle firme: “l’ultimo sforzo per cambiare insieme la politica e dimostrare di saper ascoltare le richieste di rinnovamento dei cittadini e di molti dei suoi iscritti e dei suoi dirigenti che si sono già attivati”.

Per il Coordinamento
Davide Ricca
Diego Castagno
Pino De Michele

I luoghi dove firmare

martedì 30 agosto 2011

Al voto, al voto! La febbre referendaria contagia il Pd

Accelerazione repentina anche in Piemonte, dopo l'adesione degli alti papaveri romani. Sulla scorta di Idv e Sel, il partito di Bersani si ritrova a rincorrere anche Parisi. Oggi i primi banchetti alla festa provinciale del partito al Ruffini.

Qualcuno parla di effetto Prodi, altri di quel vento arancione che continua a soffiare. Fatto sta che, dopo le prime sonnacchiose dichiarazioni estive, gran parte del Partito democratico è ormai deciso a sostenere il referendum per l’abolizione del “Porcellum” e il ritorno al cosiddetto “Mattarellum”, che prevede l’elezione del 75% dei parlamentari attraverso il sistema dei collegi uninominali e il 25% con il proporzionale. A Torino e in tutta la Regione stanno già per spuntare i primi banchetti, mentre a Roma il segretario Pierluigi Bersani continua a mantenere una posizione quanto mai attendista.
Dopo l’adesione della senatrice Magda Negri, è stata Sinistra in Rete - l’area che fa capo al deputato Stefano Esposito e al sindaco di Settimo Aldo Corgiat - a sciogliere ogni riserva nel pomeriggio di ieri e a preparare i propri attivisti per una imminente raccolta firme. Lo stesso dicasi per il consigliere regionale Roberto Placido, già a capo del Comitato per l’acqua pubblica. Pronto a salire sul carrozzone referendario anche Davide Gariglio, tra i leader dell’ala cattolica piemontese, che spiega: «Continuo a sostenere un sistema proporzionale piuttosto che un ritorno al Mattarellum, ma penso anche che ogni azione volta a superare l’attuale sistema vada sostenuta». E lo stesso sindaco Piero Fassino ha già fatto pervenire la propria adesione. La febbre referendaria contagia il Pd anche nella provincia Granda, dove Massimo Scavino e Giancarlo Boselli (entrambi all’interno della segreteria regionale e rispettivamente assessore ad Alba e vicesindaco di Cuneo) hanno rotto gli indugi e annunciato il loro “sì”, così come il presidente del Consiglio comunale del capoluogo Beppe Tassone.
Un’accelerazione repentina manifestatasi nelle ultime 24 ore da parte di tutti i big del partito piemontese, sulla scia delle prese di posizione dell’ex premier Romano Prodi in primis, ma anche di tanti massimi dirigenti nazionali come il capogruppo di Montecitorio Dario Franceschini e la sua omologa in Senato Anna Finocchiaro. Annusata l’aria, anche i maggiorenti locali hanno deciso di non perdere il treno, scommettendo su un nuovo exploit.
Intanto, da giorni, un gruppo di “manovali” del partito, come loro stessi si sono definiti, avevano preso a incontrarsi per pianificare la raccolta firme sul territorio. Sono capitanati dall’ex “asinello” Davide Ricca e da Diego Castagno, già vice presidente della Circoscrizione VIII, vicino politicamente al consigliere comunale Roberto Tricarico: «Abbiamo già pronti i moduli – annunciano – domani mattina andremo a vidimarli e in serata potremmo già essere alla festa del Pd al parco Ruffini per iniziare la raccolta firme». La rincorsa a Vendola e Di Pietro è iniziata anche in terra subalpina.

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