giovedì 15 dicembre 2011

La Grecia, l'Italia e il Fmi

Il 10% della popolazione greca (di tutta la popolazione eh, non solo quelli in età da lavoro) è disoccupata e l'FMI sta imponendo al governo greco di farne fuori altri...
Questo è inumano e senza senso.
Oggi Il ministro Passera ha detto che siamo in recessione, crescita stimata da Confindustria nel 2012 - 1.6%.
L'attuale manovra salva Italia si è molto impantanata nelle paludi parlamentari e temo che con quanto scritto due righe sopra si prospetti una seconda manovra recessiva entro febbraio.
Temo che entro giugno questo odioso FMI - un ente finanziario sovranazionale - ci verrà a imporre licenziamenti coatti di lavoratori statali.

Bisogna reagire e resistere. 

Non si è mai visto nella storia che i destini di milioni di persone debbano essere decisi da enti finanziari o tre agenzie di rating.
L'Italia per uscirne intera deve trovare i coraggio di negoziare un default parziale rivedendo con i creditori non residenti tempi e quantità del debito.

Guido Alessando Gozzi

mercoledì 14 dicembre 2011

La manovra SalvaItalia


I Corsari di Torino, LibertàEguale, Alleanza dei Democratici e Associazione Aglietta
vi invitano a:

"La manovra SalvaItalia"

Nell'ambito della serie di seminari organizzati dal Patto d'Azione, verrà presentata la sintesi delle principali misure della manovra.
Relatore: Giancarlo Rolfo - responsabile Area Finanziaria CNA Torino
Sarà presente la senatrice Magda Negri che ci aiuterà a comprendere l'iter parlamentare della manovra.

Lunedì 19 dicembre 2011 · 19.00 - 21.00

Circolo I PD Torino
Via Mazzini 44, Torino



lunedì 12 dicembre 2011

11/12/11. Tornando da Bologna

Cosa abbiamo messo in moto e cosa dobbiamo ancora fare? Pessimisti della ragione o ottimisti della volontà? Il bicchiere, insomma, è mezzo pieno o è mezzo vuoto?

Le riflessioni autorevoli che ho avuto il piacere di ascoltare a Bologna, in una bella domenica referendaria e ulivista di dicembre, mi frullano nella testa e si congiungono alla riflessione che, con altri amici, stiamo svolgendo in questi mesi a Torino.

La presenza a Bologna di chi, nonostante tutto, continua testardamente a perseguire un progetto, l’Ulivo, non come qualcosa che è, ma come qualcosa che dovrà ancora essere, rende ancora più forte e valorosa la battaglia referendaria e il conseguente risveglio della democrazia.

Democrazia che, senza l’avventura intrapresa nei mesi scorsi da Arturo Parisi e da tutti i comitati sparsi in Italia, – consentitemi anche senza i Corsari torinesi – sarebbe oggi relegata ad accessorio utile, ma non necessario, per la salvezza dei conti pubblici del nostro paese.

La sconfitta della politica è sotto gli occhi di tutti, esattamente come lo è la vittoria della tecnica.

Il governo Monti rappresenta la necessità, il referendum elettorale la possibilità.

Possibilità per l’Italia di ricostituire attraverso forme di democrazia partecipativa, le più dirette possibili, il rapporto rotto tra le istituzioni e i cittadini.

Possibilità di costruire il partito democratico che volevamo, senza pensare che al suo interno non possano coesistere (anche se possiamo concederci di non condividerle) soluzioni divergenti ai problemi del Paese.

Possibilità di scegliere, controllare ed interloquire con i nostri rappresentanti, legandoli ad un rapporto con il territorio stabile e non occasionale.

Possibilità di andare persino oltre al Mattarellum nella definizione di un sistema di regole che preveda primarie pubbliche per ogni livello e maggioritario compiuto e definitivo.

Il referendum ha già contribuito a mandare a casa Berlusconi, molto più di quanto i partiti, che non hanno partecipato alla raccolta delle firme, vogliano ammettere. Il referendum rappresenta la migliore assicurazione sulla vita che si possa immaginare per il governo Monti.

Il referendum rappresenta un nuovo inizio.

Il referendum è quindi anche identificativo di un NOI. Un nuovo noi che, certo, ha radici solide nell’esperienza prodiano-ulivista, nell’asinello testardo, nel centrosinistratuttoattaccato, nella Canzone Popolare mai dimenticata, ma che oggi necessita di parole e lessico nuovo. Di una narrazione di quello che siamo. Di una soggettività che assuma contorni nitidi cui contribuisce, solo in parte, il Partito democratico di Bersani.

Un NOI, e parlo a molti degli amici con cui a Torino sto condividendo il percorso del Patto d’Azione, che non può essere solo collegato a scelte in campo economico, come non può essere solo etico, ma che deve necessariamente essere un noi sentimentale e pedagogico. Insomma un NOI politico.

Chi arriva dall’esperienza dei Comitati dell’Ulivo, chi non ha mai sostenuto il centro sinistra staccato non lavorerà mai per l’esclusione di qualcuno, anche se quest’ultimo fosse molto distante da lui. Se siamo maggioritari abbiamo bisogno di rappresentare la moltitudine, non i pochi.

E abbiamo bisogno comunque che in parlamento ogni voce abbia ascolto. In una geometria elettorale compiutamente maggioritaria, il “partito” del centrosinistra ha quindi bisogno di rappresentare in parlamento anche le posizioni più radicali dello schieramento che rappresenta. Radicali alla sua sinistra, certo, per usare categorie della modernità parlamentare che oggi sicuramente risultano ancora meno esaustive di ieri, ma anche radicali alla sua destra.

Ecco perché la battaglia all’interno di un partito che ho votato e che rivoterei non potrà mai essere la nostra unica battaglia. Ci è molto più congeniale la lotta, sicuramente molto più difficile e meno codificata e codificabile, di chi vuole essere il trattino, di chi vuole unire e non dividere, di chi vuole tenere assieme i pezzi. Un trattino che in futuro dovrà scomparire, ma che oggi è il nostro NOI.

Essere referendario oggi vuol dire essere il collante. Essere Corsaro significa esserci fino a quando la Repubblica non avrà più bisogno di noi. Rompere e rottamare se serve ma sempre per costruire. Costruire i Comitati per il Sì. Fin da subito. Oggi. Convinti che la Corte Costituzionale comprenderà quale servizio alla democrazia hanno reso oltre un milione e mezzo di persone che, da sole, contro gran parte dei partiti, hanno chiesto di ritornare a scegliere.

Davide Ricca

Bologna: riunione democratico-referendaria - liveblogging

Davide Ricca
palla al centro ... E buon natale :-)
18 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"referendum-europa-soggetto politico"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"dobbiamo allargare"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"andremo oltre il 15 gennaio ... Siamo pronti ad un Progetto a ridefinirlo e ad ampliarlo"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"il referendum aiuta il governo Monti"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"per adesso siamo alla domanda contro ... Non per"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"nella battaglia delle parole abbiamo vinto noi"
"ma sono solo vittorie apparenti"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"siamo per la democrazia diretta ogni volta ce ne sia l'occasione"
"noi siamo in campo, non dobbiamo scegliere se lo siamo"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
"chi siamo? Non siamo Pd"
"non siamo solo PD"
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Parisi: ...Il fallimento della politica è anche il nostro fallimento
...Il centrosinistra non può solo pensare alla destrutturazione del campo avverso
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Zanda, Recchia e ora conclusioni Parisi
19 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
intervenuto ...Credo di essere andato benino (modestino)
20 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
La Forgia: ...superare il discredito della politica attraverso il referendum
20 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
diversi interventi chiedono organizzazione ...
21 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Albertina Soliani ... "siamo di fronte ad una rivoluzione positiva ... Occasione per noi e per la politica"
21 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Barbi: non sono un montientusiasta, se chi crede nel bipolarismo ha perso, cioè noi ... prendiamone atto
22 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
ripresa dopo pranzo
22 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
Santagata: " tecnico o non tecnico serve qualcuno che dica che la cassa non si fa su accise e pensioni,
senza bipolarismo non ci sarà idea alternativa di Paese"
Ieri alle ore 14.00 ore fa tramite cellulare

Davide Ricca
interventi dal pubblico... Mio personale pensiero: "ma la politica non è solo forma né tantomeno solo analisi"
Ieri alle ore 13.35 tramite cellulare

Davide Ricca
il 15 gennaio è data chiave
Ieri alle ore 13.30 tramite cellulare

Davide Ricca
"il bipolarismo rischia di essere un futuro impossibile"
Ieri alle ore 13.22 tramite cellulare

Davide Ricca
"i partiti nel governo Monti svolgono una funzione sindacale"
"siamo di fronte ad una scomposizione consensuale dei partiti" ....
"attenti al taglio delle ali" ...
"si rischia il governo del 36% cioè si rischia il neo-centrismo"
Ieri alle ore 13.18 tramite cellulare

Davide Ricca
"ulivo come progetto e non come realtà è davanti a noi e non alle nostre spalle ... oggi è in crisi, come la categoria della politica"
"se non riconosciamo che il governo Monti è frutto e non causa della sconfitta della politica ... non andiamo avanti"
"pieno sostegno al governo senza dimenticare la premessa"
"siamo per la democrazia competitiva e siamo in un passaggio fortemente presidenziale"
Ieri alle ore 13.04 tramite cellulare

Davide Ricca
ragazzi per dare dei numeri valiamo 50000 firme su 350000 democratiche ... fate voi
Ieri alle ore 12.46 tramite cellulare

Davide Ricca
Parisi: oggi al timone C'è un buon timoniere
"nell'immediato gli scogli evitati, ma siamo ancora nella tempesta"
"se noi non avessimo messo il piede nella porta della riforma della legge elettorale... la porta oggi sarebbe chiusa"
Ieri alle ore 12.43 tramite cellulare

Davide Ricca
introduce La Forgia
Ieri alle ore 12.30 tramite cellulare

Davide Ricca
Bologna: riunione democratico-referendaria - liveblogging
Ieri alle ore 12.28 tramite cellulare

mercoledì 7 dicembre 2011

Confronti politici

Dal blog di Magda Negri che ringraziamo molto:

"Negli scorsi giorni ho partecipato a diversi incontri in cui ho potuto assistere e prendere parte a confronti molto interessanti.

Venerdì scorso si è tenuta la conferenza provinciale delle donne PD: molta continuità organizzativa e di pensiero tra le donne del PD che hanno voglia di rimettere al centro la condizione femminile anche come leva per lo sviluppo del paese. Unico appunto: a parer mio fanno riferimento a moduli culturali un po' datati.

Gli appassionati di riforma elettorale, i referendari e bipolaristi hanno finito per discutre di più di Monti e di crisi economica durante il confronto organizzato il 2 dicembre da I Corsari di Torino e LibertàEguale su Legge elettorale e primarie. Solo Ceccanti ha tenuto duro, proponendo l'argomentazione secondo la quale l'accoglimento del referendum introduce un'opportunità politica che potrebbe portare ad una nuova legge elettorale.

Bellissima la mozione finale del congresso della Fondazione Adelaide Aglietta, tenutasi il 4 dicembre, dove le proposte di Monti sembrano apprezzatissime data l'ispirazione liberale e molto aperta dell'associazione. Il mio intervento sul rapporto tra radicali e PD - dove invocavo chiarezza - ha fatto molto discutere. Qualche mio amico si è anche arrabbiato ma io ritengo che il rapporto tra le due forze politiche debba essere pieno, intenso, leale, non strumentale e che non ci si possa dire bipolaristi per poi sperare che la legge elettorale non cambi e fare un listino apparentato al PD. Preferisco i radicali nel PD."

Magda Negri

lunedì 5 dicembre 2011

Adesione al Patto d'Azione di Alleanza per Torino

Il Direttivo di Alleanza Democratica ha approvato l'adesione al patto in 5 punti con le Associazioni Adelaide Aglietta, Corsari e LibertàEguale, delegando al presidente e al segretario gli approfondimenti necessari con gli altri dirigenti delle 3 associazioni sui singoli temi e sulle modalità di approccio e gestione.

domenica 4 dicembre 2011

Patto d' Azione Riformista

Oggi al Congresso dell'Associazione Aglietta numerosissimi interventi si sono soffermati sul Patto d'Azione Riformista siglato tra i Corsari di Torino, LibertàEguale e Alleanza dei Democratici. Ringraziamo Nathalie Pisano (segretaria dell'Associazione), Salvatore Grizzanti (Tesoriere), Gigi Brossa (LibertàEguale), Pino De Michele (Alleanza dei Democratici) e Igor Boni per i loro interventi. Da oggi si apre una fase di allargamento dei Corsari ad un rapporto sempre più intenso con le realtà riformiste della nostra città e di pungolo e stimolo al Partito Democratico torinese cui ci sentiamo legati da forte amicizia. Non dimentichiamo infatti che, mentre Bersani stava alla finestra, la segretaria Bragantini ci consentiva già alla fine di agosto di raccogliere le firme contro il porcellum in testa alla festa democratica.

Ascolta i contributi del congresso

sabato 3 dicembre 2011

Trasparenza e qualità nelle nomine pubbliche

Proposta di iniziativa popolare di deliberazione del Consiglio comunale di Torino

I Corsari di Torino aderiscono alla raccolta firme promossa dai radicali e dall’associazione “Idee per Torino” sulla "Trasparenza e qualità nelle nomine pubbliche"; qui di seguito viene riportata la proposta di delibera.

RELAZIONE
       Esiste, accanto agli enti territoriali elettivi, un vasto insieme di enti di varia natura e scopo che agiscono in ambiti di pubblico interesse : aziende e società, istituzioni e fondazioni, organizzazioni di genere diverso. In questi enti il comune interviene esprimendo uno o più, o tutti, i componenti degli organi direttivi o di controllo.
     Questi enti, che fra l’altro in molti casi operano svincolati dalle norme che regolano gli enti elettivi, devono, nel mondo d’oggi, esporsi e rispondere a due esigenze di buon funzionamento:
  • riconoscere, nel momento della scelta degli amministratori, il primato del merito e della competenza rispetto al pur rilevante elemento di rappresentatività e di indirizzo politico. Si tratta non solo di equità verso le persone, ma del miglior funzionamento e successo dell’organizzazione.
  • Aprirsi alla conoscenza e alla discussione della società civile e della cittadinanza attiva quanto alla propria attività, e nello specifico alla qualità delle persone investite di responsabilità.
L’interazione di questi due aspetti può avviare un circolo virtuoso con ricadute sia sulla capacità di individuazione di obiettivi e di raggiungimento di risultati da parte dell’ente, sia sulla crescita e vitalità di prassi partecipate e di una nuova consapevolezza comunitaria e democratica.

La scelta delle persone da nominare in questi enti spetta al sindaco, che segue indirizzi generali dettati dal consiglio comunale. Indirizzi e procedure vigenti appaiono però datati, e vanno arricchiti inserendo quattro momenti che precedono il formale decreto di nomina.
  1. definizione della qualità ricercata - Per ciascuna posizione da ricoprire viene stilato un profilo delle funzioni da svolgere e connessi requisiti, esperienze e capacità che si ricercano; altri elementi da tener presenti nel caso concreto, quali indicazioni sul contesto nel quale interviene la nomina e sui risultati attesi dall’incarico. Il tutto da inserire nel relativo bando.
  2. preselezione degli aspiranti - Un comitato ad hoc, nominato dal sindaco e che a lui riferisce, esamina le dichiarazioni di disponibilità e i documenti allegati e, valutando le candidature sotto il profilo strettamente tecnico-professionale, evidenzierà quelle che integrano in misura idonea i requisiti richiesti, che elencherà in ordine alfabetico o altro che non implichi graduatoria di merito.
  3. pubblicazione degli idonei - La rosa così formata viene resa di pubblica ragione, insieme con i curriculum e atti inerenti pervenuti, in particolare mediante pubblicazione in evidenza nel sito del comune. Vengono indicati anche i nomi dei componenti il comitato di preselezione.
  4. discussione pubblica - Questa fase può concretizzarsi in vari modi . audizione aperta in sede istituzionale, manifestazione pubblica con eventuale partecipazione degli aspiranti, contributi scritti di singoli cittadini, o con altre modalità. La discussione si conclude tre giorni prima della scadenza del termine per la nomina senza formali conclusioni né votazioni; i verbali, documenti, e memorie che ne risultano vengono riportati al sindaco.
        Fatto questo, il sindaco procede alla nomina, valutando a suo giudizio i risultati della discussione, che non costituiscono per lui alcun vincolo.

Criteri analoghi, più snelli, valgono per le nomine spettanti al consiglio comunale.


IL  CONSIGLIO  COMUNALE
PREMESSO che il T.U.E.L. 18 agosto 2000, n. 267, all’art. 10 “Diritto di accesso e di informazione”, comma 1, detta “Tutti gli atti dell’amministrazione sono pubblici, ad eccezione di quelli riservati per espressa indicazione…” e che nello stesso art. 10, comma 2, vengono individuate indicazioni per garantire tale diritto di accesso e di informazione, demandando comunque ad apposito regolamento.
CONSIDERATO che lo Statuto del Comune di Torino, all’art. 20, c. 1, dispone che “il Comune di Torino riconosce, garantisce e promuove il diritto del cittadino ad essere informato in modo completo ed obiettivo sull’attività degli organi e degli uffici, nonché su ogni altro aspetto afferente l’Amministrazione, quale necessario presupposto per la realizzazione della piena trasparenza amministrativa e per l’eliminazione di ogni ostacolo, formale e di fatto, alla partecipazione ed organizzazione politica, economica e sociale della città”.
Che l’art. 14 dello Statuto  e 7 segg. Del Regolamento comunale n. 297 dettano norme in tema di proposte di deliberazione di iniziativa comunale CONSIDERATA la volontà crescente da parte dei cittadini di ricevere un’informazione dettagliata sulle attività deliberative e di gestione dell’Amministrazione comunale; di veder confermato nella prassi la distinzione dei ruoli di indirizzo e controllo da quelli gestionali; ed altresì la distinzione fra potere esecutivo e potere normativo, in ragione della distinta legittimazione popolare; 
D E L I B E R A
1. Ai sensi dell’art. 42 comma 2 lettera m del T.U.E.L 18/8/2000 n° 267 è adottato il seguente
ATTO DI INDIRIZZO SULLE NOMINE PRESSO ENTI
     DEFINIZIONE E PUBBLICITA’ DEI POSTI - Annualmente, a mezzo stampa e in evidenza nel sito internet (“sito”) del Comune, verrà pubblicato l'elenco di tutte le nomine da effettuare nell'anno seguente.
      Per ciascuna posizione da ricoprire verrà stilato un profilo delle funzioni da svolgere e connessi requisiti, esperienze, e capacità che si ricercano; potranno essere precisate anche indicazioni sul contesto nel quale interviene la nomina e sui risultati attesi dall’incarico.
    A tempo opportuno per ciascuna posizione verrà pubblicato un bando, da pubblicizzare come sopra detto, indicante l’ente cui si riferisce, i posti da ricoprire, la durata delle cariche, i requisiti inderogabili richiesti, i compensi previsti, le eventuali cause di incompatibilità e di ineleggibilità, i termini per la presentazione delle candidature, che cadranno di regola l’ultimo giorno del mese. Il bando conterrà inoltre la descrizione delle esperienze e capacità che si ricercano ed elementi connessi, che verrà seguita come indirizzo di massima.
     PRESENTAZIONE E PRESELEZIONE DELLE DOMANDE - Gli interessati potranno presentare al Sindaco una dichiarazione di disponibilità alla nomina unitamente all'indicazione dell'ente al quale si riferisce, accompagnata da un curriculum redatto secondo un modello predisposto dal Comune e dalla eventuale proposta di enti, associazioni ed organismi. Tutti i curriculum pervenuti saranno pubblicati sul sito del Comune.
     Le nomine dovranno seguire due differenti procedure in relazione alla natura ed all'importanza dell'Ente per il quale occorre procedere alla nomina, una normale e una semplificata, meglio definite nel Regolamento del consiglio comunale.
     In entrambi i casi tutte le domande e la documentazione allegata saranno sottoposte ad una commissione di preselezione nominata dal sindaco. i nomi dei componenti la commissione di preselezione e il loro curriculum saranno pubblicati sul sito del Comune. La commissione, valutando le candidature sotto il profilo strettamente tecnico-professionale, evidenzierà quelle che integrano in misura idonea i requisiti richiesti, e le elencherà in ordine alfabetico o altro che non implichi graduatoria di merito.
     PUBBLICAZIONE E DISCUSSIONE - Nella procedura normale la rosa definita dalla preselezione, con la documentazione inerente, verrà depositata agli effetti previsti dal Regolamento, e allo stesso tempo pubblicata in evidenza sul sito del comune.
     Sulla base di tali informazioni, secondo quanto stabilito dal regolamento, potrà essere prevista una audizione aperta presso il consiglio comunale. La discussione si svolge con contributi personali non rappresentativi di terzi; si conclude tre giorni prima della scadenza del termine per la nomina senza formali conclusioni né votazioni; i verbali, e documenti, che ne risultano vengono riportati al sindaco.
     Nella procedura semplificata il sindaco deposita per ciascuna posizione da coprire il solo nominativo della persona che intende nominare.
     In entrambi i casi, tutti hanno facoltà di depositare memorie scritte sull’argomento.
     REQUISITI GENERALI - I rappresentanti del Comune nei vari Enti dovranno possedere comprovata competenza tecnica, giuridica o amministrativa adeguata alle caratteristiche specifiche dell'attività che dovrà essere svolta. Essi dovranno essere scelti considerando a tal fine, ed in relazione agli obiettivi del Comune e degli enti, i requisiti emergenti dall'iscrizione in albi professionali, dagli incarichi accademici ed in istituzioni di ricerca, dall'esperienza amministrativa o di direzione di strutture pubbliche e private, dall'impegno sociale e civile.
     I nominati non dovranno trovarsi in situazione di  incompatibilità di interessi rispetto all'ente nel quale rappresenteranno il Comune. L'insorgenza successiva alla nomina, di una siffatta situazione determinerà la revoca dell'incarico.
     A garanzia delle pari opportunità il sindaco, nel decretare o designare ciascuna nuova nomina, avrà cura che ciascun genere sia rappresentato da almeno un terzo dei nominati, computato fra tutti i rappresentanti del comune in quel momento in carica.
     REQUISITI SPECIFICI - Negli organi amministrativi delle aziende municipalizzate e/o aziende speciali o delle società che gestiscono servizi di rilevante interesse per il Comune, il Sindaco dovrà garantire una pluralità di competenze afferenti: la materia oggetto dell'attività specifica dell'azienda; l'organizzazione aziendale; la materia economico-finanziaria.
    Per gli enti ed istituzioni di cultura dovrà essere rispettato il pluralismo degli orientamenti culturali. Per quelli di tali enti che comportino significativi impegni sul bilancio comunale dovrà inoltre essere assicurata la presenza della opportuna competenza economico-finanziaria.
     Per gli enti per i quali la Città abbia come obbiettivo la dismissione delle partecipazioni o lo scioglimento, la scelta dovrà cadere su persone che offrano garanzie di idonea esperienza e capacità nel perseguire lo specifico obiettivo dell'Amministrazione ed il suo interesse economico.
     Per i collegi sindacali o dei revisori, occorrerà l'iscrizione ad un albo ufficiale di Revisori Legali.
    REVOCA - Il Sindaco potrà procedere alla revoca dei rappresentanti della Città, per motivate gravi ragioni, informandone contestualmente i Capi Gruppo.
     Il rinvio a giudizio per reati di natura dolosa (con esclusione dei reati di opinione) di un rappresentante presso qualsiasi tipo di Ente, controllato o meno, costituisce motivo di revoca.
     PUBBLICAZIONE - Notizia di tutte le nomine decretate, delle revoche e delle eventuali dimissioni verranno pubblicate nel sito del Comune.

2. Gli articoli 82 e 83 del Regolamento del consiglio comunale sono sostituiti dai seguenti.

Articolo 82 - Nomina, designazione e revoca da parte del Sindaco dei rappresentanti del Comune.
1. Il Sindaco nomina, designa e revoca i rappresentanti del Comune sulla base delle disposizioni statutarie e regolamentari, e degli gli indirizzi deliberati dal Consiglio Comunale a norma di legge.
 
2. Le nomine da effettuare nelle aziende speciali, istituzioni, società di capitali e consortili, istituti di credito e loro enti di controllo o fondazioni, università, Politecnico, Teatro Stabile, musei, istituzioni culturali a rilevanza internazionale, fondazioni culturali, devono avvenire nel rispetto delle procedure di cui al comma successivo. Il Consiglio Comunale, con la deliberazione d'indirizzo di cui al comma 1, può stabilire l'applicazione della stessa procedura alle nomine in altri enti o l’estensione della procedura semplificata di cui al comma 4 a taluno degli enti indicati al presente comma.

3. Il Sindaco nomina una commissione di preselezione, composta da personalità di comprovata capacità e indipendenza , che ha il compito di valutare le candidature pervenute e stilare l’elenco dei candidati che hanno i requisiti minimi necessari. Almeno quindici giorni prima di procedere alla nomina, il Sindaco deposita l’elenco dei candidati idonei proposto dalla detta commissione di preselezione, insieme con la dichiarazione di disponibilità, il curriculum, e altri atti inerenti, dei soggetti ivi indicati; di tutti gli atti dispone allo stesso tempo la pubblicazione in evidenza nel sito del comune, e la comunicazione al Presidente del Consiglio Comunale ed ai capigruppo. Qualora il Presidente lo decida o due capigruppo o otto consiglieri comunali lo richiedano entro i cinque giorni successivi alla comunicazione, la Conferenza dei capigruppo, integrata dalla commissione consiliare competente per materia, procede all'audizione pubblica dei candidati indicati dal Sindaco. Il verbale sintetico, o la registrazione delle eventuali audizioni ed ogni eventuale memoria scritta sulle candidature, devono essere rimessi al Sindaco almeno 48 ore prima della scadenza del termine per la nomina.

4. Per le nomine da effettuare in altri enti, il Sindaco deposita almeno cinque giorni prima della nomina il curriculum dei soggetti che intende nominare, dandone informazione scritta al Presidente del Consiglio Comunale ed ai capigruppo consiliari, e disponendone la pubblicazione in evidenza nel sito del Comune.

5. Quando il Sindaco procede ad una revoca, ne informa allo stesso tempo il Presidente del Consiglio Comunale e i capigruppo. Il provvedimento di revoca è pubblicato sul sito del Comune.

6. Quando un rappresentante della Città rassegna le dimissioni, ne viene data immediata informazione al Presidente del Consiglio Comunale e ai capigruppo. Le dimissioni sono pubblicate sul sito del Comune.

Articolo 83 - Nomine di competenza del Consiglio Comunale.
1. Il Consiglio Comunale delibera le nomine attribuite dalla legge alla sua competenza

2. Allo scopo di rispettare i criteri di trasparenza e pubblicità, previsti dallo Statuto, le nomine di competenza del Consiglio Comunale sono precedute da apposito bando, pubblicato in evidenza nel sito del Comune e su almeno un quotidiano di rilevante diffusione regionale, nel quale sono evidenziati i posti da ricoprire, la durata delle cariche, i requisiti richiesti, le eventuali cause di incompatibilità e di ineleggibilità, i termini per la presentazione delle candidature.

3. Entro i termini stabiliti ogni consigliere comunale può proporre un candidato alla nomina. La proposta da lui sottoscritta, corredata dalla dichiarazione di disponibilità e dal curriculum del candidato, contenente i dati e le dichiarazioni previste dallo Statuto e da altre deliberazioni del Consiglio Comunale, in base ad un modulo approvato dalla Conferenza dei Capigruppo.

4. L’elenco delle candidature presentate, corredato dei curriculum e di ogni altro atto inerente, è pubblicato in evidenza nel sito del comune. Qualora il presidente lo decida, o un capogruppo o quattro consiglieri comunali lo richiedano entro i cinque giorni successivi alla pubblicazione, la conferenza dei capigruppo integrata dalla commissione consiliare competente procede all’audizione pubblica di tutti i candidati. L’audizione non dà luogo ad alcun voto. Il verbale sintetico o la registrazione delle eventuali audizioni sono depositati a corredo della delibera di nomina all’atto della convocazione del consiglio comunale a tal fine; viene depositata anche ogni eventuale memoria iscritta inerente l’argomento.

5. La votazione avviene con le modalità stabilite dal successivo articolo 126, comma 4.

6. Qualora l'ordinamento stabilisca il numero minimo di eletti espressi dalla minoranza consiliare, la votazione avviene con le modalità stabilite dal successivo articolo 126, comma 4, lettera b).

7. Il Consiglio Comunale, per motivate ragioni, può deliberare, con votazione segreta, la revoca di rappresentanti del Comune la cui nomina è di sua competenza. La proposta di deliberazione di revoca è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei componenti il Consiglio.

8. In caso di dimissioni o revoca di un nominato, che costituisca il numero minimo di rappresentanti garantito dalla legge alla minoranza, sono sottoposti al voto unicamente candidati proposti da consiglieri di minoranza.

venerdì 2 dicembre 2011

Referendum, legge elettorale e primarie

Il Comitato Referendario Piemontese esprime grandissima soddisfazione per la validazione da parte della Cassazione delle firme raccolte e depositate contro il porcellum e per il ritorno al mattarellum. Un grande risultato anche in termini di precisione del lavoro fatto. Infatti solo il 7% delle firme raccolte è risultato non valido ai fini del conteggio complessivo.

Non significa solo che abbiamo lavorato bene, ricordando che Torino è stata, dopo Roma, la prima città per numero di firme raccolte, ma anche che i sottoscrittori del referendum, oltre 1.200.000 a livello nazionale, sapevano benissimo per cosa firmavano.

Le dichiarazioni di ieri di Berlusconi e di Casini che pongono in secondo piano la riforma della legge elettorale, confermano la scelta referendaria. Confidiamo ora sulla Corte Costituzionale per l’ammissione di legittimità dei due quesiti.

La notizia ci pare ancora più gradita nel giorno in cui I Corsari di Torino e LibertàEguale organizzano un dibattito proprio su primarie e legge elettorale presso la Libreria Coop in Piazza Castello a Torino alle 18, confrontandosi con due dei massimi esperti a livello nazionale di sistemi elettorali come Stefano Ceccanti e Antonio La Forgia, e con due esponenti politici locali: Davide Gariglio del PD e Igor Boni dei Radicali.

Per il comitato: Davide Ricca, Diego Castagno, Pino De Michele

giovedì 1 dicembre 2011

Il nodo della cittadinanza

Ecco come funziona in Italia e nel resto d'Europa

Cinquanta proposte parlamentari alle quali si è aggiunta ieri (22 nov, ndr) l'iniziativa del senatore democratico Ignazio Marino che ha presentato un disegno di legge per assegnare la cittadinanza a ogni nato in Italia indipendentemente da quella dei genitori. Dopo l'appello del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si riaccendono dunque i riflettori sul nodo della cittadinanza italiana agli stranieri e ai minori figli di migranti nati nel nostro Paese e il Sole24ore.com ha lanciato un sondaggio. Ma cosa prevede attualmente la legge italiana?

Come funziona in Italia: lo ius sanguinis
La cittadinanza è oggi regolata dal cosiddetto "ius sanguinis" (diritto di sangue), fissato dalla legge 91 del 1992. In sostanza è cittadino italiano chi nasce da genitori italiani o chi è nato nel territorio italiano se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono. È considerato inoltre cittadino italiano per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio italiano, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Le eccezioni: lo ius soli
La stessa legge 91 stabilisce però delle eccezioni, ossia la possibilità di acquisire la cittadinanza anche attraverso il cosiddetto "ius soli" (diritto di territorio). Per quanto riguarda la residenza, infatti, la cittadinanza può essere concessa allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni sul territorio italiano; allo straniero, il cui padre, madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado, sono stati cittadini per nascita o che nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risiede legalmente da almeno tre anni; allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio italiano da almeno cinque anni successivamente all'adozione; allo straniero che ha prestato servizio anche all'estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato italiano; al cittadino di uno Stato Ue se risiede legalmente da almeno quattro anni nel territorio italiano; all'apolide o al rifugiato che risiede legalmente da almeno cinque anni.

I casi di acquisizione "per matrimonio"

La cittadinanza italiana può essere concessa anche "per matrimonio" in presenza di alcuni requisiti: il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può infatti acquistare la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni in Italia. Se i coniugi risiedono all'estero, la domanda può essere presentata dopo tre anni dalla data del matrimonio. I termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.

E nel resto d'Europa?
Fuori dai confini nazionali, vigono regole diverse. Attualmente la maggio parte dei paesi europei adotta lo "ius sanguinis" anche se con norme meno rigide rispetto a quelle adottate in Italia, con la sola eccezione della Francia, dove la cittadinanza è disciplinata dallo "ius soli". Danimarca, Grecia e Austria, hanno sistemi simili al nostro e non è semplice acquisire la cittadinanza per chi è nato nel Paese da genitori stranieri. In Francia, come detto, esiste addirittura il doppio "ius soli": in sostanza è più semplice ottenere la cittadinanza per lo straniero nato sul territorio nazionale da stranieri a loro volta nati in Francia. In Germania il modello prevalente è quello dello "ius sanguinis", ma i tempi sono diversi rispetto a quelli italiani: è sufficiente infatti che uno dei due genitori di un minore straniero nato in Germania viva legalmente nel Paese e risieda lì da almeno 8 anni per concedere al figlio il diritto alla cittadinanza tedesca. Stesso discorso anche per Irlanda, Belgio, Portogallo e Spagna: vale anche qui il "diritto di sangue", ma le norme sono più morbide rispetto a quanto accade da noi.

a cura di Celestina Dominelli - 23 novembre 2011
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