mercoledì 30 maggio 2012

Gli Stati Generali del Rinnovamento

Se convocassimo gli stati generali di chi crede nel progetto democratico e chiede un radicale cambiamento di passo a questo partito, a livello nazionale come a livello locale? 

Se avessimo il coraggio di farlo e di chiedere a chi scalpita di essere ancora una volta insieme a farlo e di farlo insieme a noi? 

Se prima di dividerci sull’essere troppo liberali o troppo socialisti ponessimo un serio problema di governo del partito e di credibilità della classe dirigente? 

Questa volta senza se e senza ma, senza subordinate, senza grazie per quello che avete fatto, ma solo con grazie perché ci date una mano: Adesso tocca a noi!

Se lo facessimo ancora a partire da Torino? Se Corsari, Prossima Italia, LibertàEguale, Progetto Democratico, Nuove Energie Torinesi, e chiunque voglia starci invitassero qui, in rigoroso ordine alfabetico: Civati, Funiciello, Gariglio, Marino, Orfini, Recchia, Renzi, Scalfarotto, Serrachiani, Zingaretti (e se ci siamo dimenticati qualcuno scusateci)?

Se, visto che le primarie non le convocano, convocassimo noi le Primarie delle Idee e insieme costruissimo il rinnovamento sbattendolo in faccia alla classe dirigente, ma convinti che questo è quello che vuole il nostro Popolo?

Se lo facessimo subito?

Se per prima cosa dicessimo che no, non ci va la reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti e che vogliamo una legge che lo riservi alle donazioni, libere, volontarie e fiscalmente deducibili, ricordando come già gli italiani si siano espressi in tal senso in un recente referendum (e in tal senso molti di noi sono già a raccogliere le firme per abolire una legge che, per l’ennesima volta, non rispetta il volere degli elettori) .

Se tutti rispondessero affermativamente significherebbe un reale passo in avanti verso il reale rinnovamento richiesto.

E intanto non siamo soli:

martedì 22 maggio 2012

Fichissimi: diario di bordo di un pulmino a Bologna

Democrazia? Democrazia! - Bologna - 19/05/2012
La mattina inizia proprio da Corsari, sveglia all’alba. Si va a prendere lo scudo a noleggio. Appuntamento alle 8,30. Bene siamo già in ritardo e figurati.

“L’organizzativo” che guida è già teso, come quando alle 18.00 si apriva il banchetto per le firme e non c’era nessuno. “Il filosofo” chiede una sosta per comprare i giornali e visto che gli è negata, chiede alla neo-liberale, recuperata lungo il percorso, se cortesemente può fornirglieli. La “neo-liberale” porta la mazzetta dei giornali e insieme la colazione.

Finalmente in viaggio, tra il caso Lusi e la class action, di cui Pino ci aggiorna, i ricordi dei tempi passati tra Asinello, Margherita, mozione Marino e referendum , con la “navigatrice” esperta di nuovi mezzi tecnologici siamo in autostrada.

C’è chi per venire ha fatto un sacrificio da matti e prova a riposare e chi, come Rocco, continua a sentire caldo. Dalla rete chi è stato trattenuto da impegni familiari e lavorativi ci chiede aggiornamenti.

C’è Jacopo dalla Val Susa e da Prossimaitalia che, anche se non fisicamente era anche lui con noi sullo scudo. In realtà anche da Bologna ci chiedono a che punto siamo.

Arriva la notizia di Brindisi e ci chiediamo come sia possibile, pensiamo a cosa fare, se ha senso continuare. Ci rispondiamo di sì. Smettere di pensare, di occuparsi di politica, di “sporcarsi le mani”, crediamo sia la risposta peggiore. La mafia è una montagna di merda, e se non è stata la mafia è stata altra merda.

Chissà cosa dirà Parisi? Chissà cosa dirà Prodi? Chissà cosa dirà Civati?

Parisi apre; Panebianco e Jozzo relazionano ma è inutile dire che sono tutti lì per Prodi. Rinasce la componente ulivista, vuol fare il Presidente della Repubblica? Cosa dirà? E noi che vogliamo il rinnovamento siamo ancora qui ad ascoltare il mortadella?

Alla faccia del mortadella. Picchia duro Prodi: “la volontà dei cittadini è stata ‘massacrata’ dai partiti”. Applausi . “Cosa si aspetta per fare la riforma? Serve una legge elettorale che ci faccia riacquistare sovranità. Abbiamo una sovranità limitata all’esterno”. Ri-applausi. Mi sa che Il Romano nazionale è ancora vivo, vegeto e lotta insieme a noi. Spazia a tutto campo: Europa; caduta dell’asse New York Londra; Hollande e il doppio turno e il baricentro che si sposta; Piccola bacchettata alla Merkel: “lei decideva e Sarkozy faceva le conferenze stampa”.

Se ne accorge anche Civati: primarie; scelta diretta dei cittadini; riduzione del numero dei parlamentari; ricambio generazionale e non solo; riduzione e fusione dei comuni; patrimoniale; contratto unico e sussidio universale. E per dare corpo ad una metafora che superi la nostra storia recuperandola propone di sostituire all’ulivo il fico. Il fico dell’Odissea, quello tra Scilla e Cariddi, che può anche essere ancora di salvezza poco istituzionale, selvatico, con grandi foglie, che, essendo in alto, ci permette di vedere lontano. Ma dal fico, dice, bisogna scendere per tornare a navigare.

Prodi e Civati. E Renzi? dove è finito? Ne parliamo a pranzo, un po’ spartano a dire il vero. Dentro procede l’assise e noi fuori chiacchieriamo con Prodi e con Civati; con il direttore di LibetrtàEguale, attento osservatore. E poi chiacchieriamo tra di noi che siamo rottamatori, renziani, ulivisti, e, ora, usando la metafora di Pippo, “fichissimi”.

Siamo sicuramente Corsari e discutiamo a lungo con i più giovani e con il “giovane deputato emergente” sul da farsi al ritorno. La promessa è di rivedersi presto e di tenersi in contatto per scambiarsi idee e per non sentirsi soli ad urlare sugli alberi, per unire in una sola foresta gli alberi di Villa borghese con quelli del Valentino. Siamo stanchi di farci separare dalle etichette, alla fine sulle cose concrete la pensiamo allo stesso modo, sarà un fatto generazionale?

Si riparte. Pulmino, discussioni su cosa è liberale e cosa è democratico. Animi accesi, forse troppo, entusiasmi giovanili che si scontrano con pragmatismi adulti ma che bella è la politica quando è vera, poi caffè di ristoro. Poi Torino.

Appuntamento a venerdì per organizzare cose concrete da fare. Riunione alla 21. Mi sa che sta volta ci siamo.

Corsari: Rimettiamoci in mare