Il sogno di cambiare questo Paese fa parte di me fin da
quando ero piccolo. Per la prima volta da quaranta anni vedo la possibilità di
esaudirlo. Non è più un sogno, è il progetto di migliaia di centinaia di persone
che insieme hanno deciso di non vivere di rimpianti, di smetterla di guardarsi
i capelli che stanno diventando bianchi ogni giorno allo specchio, di affidarsi
alla sorte, ma di recuperare tutte le forze che ogni giorno, e sempre con più
difficoltà, mettono nel loro lavoro, nella loro famiglia al servizio del Paese.
Tutto questo è cresciuto incredibilmente, l’entusiasmo si è
diffuso in maniera contagiosa. La Torino che amo e che non si è mai rassegnata
al declino domani, contro le regole, contro le urla, contro le minacce chiederà
di cambiare. Ne sono certo.
Troppe persone in questi ultimi tre giorni mi hanno detto
che andranno a votare, troppe. Molte hanno scoperto solo questa settimana che
si votava. Sì perché ormai è venuta così meno la fiducia anche nei messi di
informazione, oltre che nella politica, per cui fino al dibattito su Rai 1 in
tanti non sapevano che c’erano le primarie.
Incredibile? Normalissimo. Alle elezioni politiche del 2008
votarono per il centrosinistra circa 13.600.000 persone, domenica scorsa alle
primarie solo 3.100.000. Mancano oltre 10.000.000 di elettori. Purtroppo solo 128.000
di questi hanno mandato la richiesta di partecipare al secondo turno. Altro che
elettori del centrodestra, siamo certi che non porteremo a votare alle primarie
del centrosinistra tutti i suoi elettori. Peccato.
E questo centrosinistra deve recuperarne di elettori. Deve
recuperare la fiducia dei suoi cittadini. Deve vivere di più in mezzo alle
persone e meno nelle sezioni dei partiti.
Tutti i volontari che si sono impegnati, molti neanche
iscritti ai partiti della coalizione sono stati splendidi. Tutti loro lo saranno
anche domani. Indipendentemente per chi voteranno.
Domani sarà una festa.
Domani ci sentiremo migliori se non manderemo a casa nessuno.
Domani ci sentiremo migliori se riconosceremo l’avversario
Domani ci sentiremo migliori se guardandoci negli occhi
avremo capito autenticamente che il lavoro vero inizia da lunedì.
Davide Ricca
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