Premesso che:
- La città metropolitana è stata per la prima volta individuata dalla legge n°142 dell'8 giugno 1990 sul nuovo ordinamento degli Enti locali e successivamente inserita all’interno del nuovo art. 114 della Costituzione della Repubblica italiana, dopo la riforma dell'ordinamento del 2001, con la modifica del titolo V della Carta Costituzionale.
- Nel 2007 il Governo guidato da Romano Prodi aveva approvato un disegno di legge-delega in merito che prevedeva che all’interno della Città metropolitana potessero confluire le Circoscrizioni del Comune capoluogo nonché i Comuni limitrofi strettamente integrati all'area urbana. L'iniziativa, nel disegno di legge delega suddetto, spettava al comune capoluogo o al 30% dei comuni della provincia o delle province interessate, che rappresentassero il 60% della relativa popolazione, oppure ad una o più province insieme al 30% dei comuni della provincia/e proponenti.
- In Italia non è ancora stata istituita nessuna città metropolitana, poiché nel 2008 lo scioglimento anticipato delle Camere ha rinviato il compito di istituire le città metropolitane al Parlamento della XVI Legislatura repubblicana.
- La materia, nel maggio del 2009, è stata oggetto di delega al Governo, il quale dovrà emanare i relativi provvedimenti normativi. L’art. 23 della legge 42/2009 (legge delega sul federalismo fiscale), approvata dalle Camere, ha introdotto una disciplina transitoria che consente, in via facoltativa, una prima istituzione delle città metropolitane situate nelle regioni a statuto ordinario, in attesa della disciplina ordinaria riguardante le funzioni fondamentali, gli organi e il sistema elettorale delle città metropolitane, che sarà determinata con apposita legge (comma 1, art. 23, L. 42/2009).
- Le città metropolitane potranno essere istituite a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Ai sensi dell'art. 23, comma 2, della L. 42/2009, la proposta di istituzione spetta al comune capoluogo e alla provincia, congiuntamente tra loro o separatamente (in questo caso è assicurato il coinvolgimento dei comuni della provincia interessata). Successivamente si svolge un referendum confermativo, indetto tra tutti i cittadini della provincia interessata, previo parere della regione. Dopo il referendum, l'istituzione di ciascuna città metropolitana è rimessa a decreti legislativi del Governo, che detteranno una disciplina di carattere provvisorio. I decreti istituiranno il consiglio provvisorio della città metropolitana, composto dai sindaci dei comuni e dal presidente della provincia, e l’individuazione, quali funzioni fondamentali della città metropolitana, della pianificazione del territorio e delle reti infrastrutturali; del coordinamento della gestione dei servizi pubblici; della promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
- Secondo l'articolo 23, comma 6, della Legge 42/2009, il Governo è delegato ad adottare entro 36 mesi dalla data di entrata in vigore della legge (entro il 21 maggio 2012) un decreto legislativo per l’istituzione delle città metropolitane.
- Diviene ora oltremodo urgente e necessario riorganizzare tutti i servizi su area vasta per incidere sulla spesa, ottimizzare l’efficienza e ridurre l’incidenza sul territorio delle società partecipate delegate alla fornitura dei servizi suddetti, con accorpamenti che avrebbero l’effetto immediato di ridurre l’influenza deleteria del sottopotere politico e clientelare.
- La crisi economica in atto e le evidenti difficoltà finanziarie con le quali il Comune di Torino si trova a confrontarsi impongono scelte coraggiose, che possano in concreto produrre riforme capaci di andare incontro, senza incidere sui servizi essenziali erogati, alla necessità di ridurre il livello complessivo di spesa.
- Alcune Regioni a Statuto ordinario, tra cui ad esempio il Veneto, la Liguria, l’Emilia-Romagna e la Toscana, già negli anni ’90 del secolo scorso hanno approvato leggi o delibere che individuano i confini delle aree metropolitane, pur non potendo ancora costituirle pienamente.
- Le province attuali appaiono sempre più come un retaggio napoleonico superato, le cui competenze, in caso di abolizione, possono essere pienamente assunte dalle regioni, dai consorzi di comuni e dalle città metropolitane, con la conseguente riduzione dei costi, la razionalizzazione dei servizi e una maggiore efficienza dell’amministrazione pubblica.
- La stessa UPI (Unione Province d’Italia) ha presentato il 7 febbraio 2012 una proposta di legge delega al Governo per l’istituzione delle città metropolitane, la razionalizzazione delle province e il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato e degli enti strumentali.
- Ad attuare nel più breve tempo possibile tutti i passi formali previsti dall’attuale legislazione per giungere alla costituzione della Città Metropolitana di Torino, che rappresenta a livello locale uno degli strumenti più efficaci da attuare in termini di riorganizzazione e razionalizzazione della gestione e del Governo del territorio;
- A promuovere la convocazione di un tavolo di dialogo e di confronto che coinvolga nel processo di realizzazione della Città Metropolitana torinese, oltre al Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, tutti i comuni confinanti con gli attuali limiti comunali della città di Torino e gli altri Comuni non confinanti ma che comunque sono evidentemente strettamente integrati all'area urbana torinese;
- A chiedere un incontro con i Presidenti della Camere affinché al più presto vengano calendarizzate e discusse le proposte di legge di attuazione dell’art. 114 della Costituzione relativo alle Città metropolitane;
- A prendere contatto con l’attuale Governo per promuovere un’azione che vada verso la realizzazione di tutte le città metropolitane previste dalla Costituzione italiana e per ribadire la volontà della Città di Torino di costituire la Città Metropolitana di Torino.
Torino, 14 febbraio 2012
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